Educare in natura


Lucia Carpi

Educare in natura

Erickson, pagg. 204, Euro 21,50


 IL LIBRO - Esiste un modo di educare in linea con lo sviluppo armonico previsto dalla natura infantile. Esso ha origine da un approccio che vede il gioco spontaneo al centro del processo evolutivo e educativo. La psicomotricità è depositaria del sapere riguardo al gioco e ai suoi signif cati a partire dalle dimensioni che più inf uiscono sui processi di crescita. Tra queste vi è l’azione spontanea, il movimento, l’utilizzo di materiale non strutturato, la relazione educativa e di gruppo.

All’aperto queste dimensioni trovano un’espressione particolarmente indicata alla realizzazione di progetti educativi di qualità, qualora entrino in uno sguardo consapevole. Non è necessario essere psicomotricisti quanto piuttosto indossare «occhiali psicomotori». Il testo offre un paio di occhiali per leggere i bisogni infantili e rispondervi valorizzando l’unità corpo-mente, l’originalità dei piccoli, la relazione con l’ambiente naturale e il potenziale integrativo, preventivo e inclusivo che esso offre.
Le parti teoriche trovano continuità e concretezza nelle esperienze condivise e fanno del testo un riferimento utile a chiunque lavori con i bambini e abbia voglia di ripensare i loro bisogni e il proprio ruolo educativo ricercandone senso, piacere e naturalezza.


  UN BRANO - "Oggi il bambino è "a rischio" non per i pericoli che potrebbe incontrare nella sua vita ordinaria, familiare e scolastica, ma perché non corre alcun rischio, non impara a "mettere in gioco" le sue capacità psicomotorie naturali. Il bambino è in pericolo per inazione. La sua educazione diventa antipedagogica poiché gli vengono "sottratte" (o rese
asettiche) le esperienze nella realtà-vera dove sono il corpo, il movimento, i sensi, le relazioni concrete con le cose e con le persone a guidare la sua maturazione. Il senso autentico dell’educazione è quello di aprire i campi d’esperienza al bambino, non di chiuderli. Ciò che il bambino vorrebbe fare è superare quelle difficoltà che noi preventivamente gli facilitiamo , e esplorare ciò che noi preventivamente gli svegliamo, è porsi domande e cercare risposte prima che siamo noi dargliele".
  INDICE DEL LIBRO - Presentazione di collana (di Fabio Comunello e Giuseppe Nicolodi )

Introduzione – Premessa - CAPITOLO 1 Un breve sguardo al di là delle Alpi - CAPITOLO 2 Bisogni e diritti naturali - Autonomia, rischio, responsabilità – Salute - Qualità della crescita e contatto - Relazione - CAPITOLO 3 Lo sguardo psicomotorio: radici teoriche - Spazio e relazione - Autonomia e presenza - Natura energetica della persona - Gioco e natura infantile: alle radici della persona - CAPITOLO 4 Relazione educativa e ottica psicomotoria - CAPITOLO 5 Natura della relazione educativa - Lo sguardo educativo: integrare l’emozione per integrare il Sé e l’Altro - Il corpo che parla - Spazio, tempo, oggetti - Metafore educanti - Giocare spontaneamente bene e male: natura del benessere e del disagio - Memoria corporea e crescita armonica - Le regole, i patti - Educazione in natura: quali pratiche? - CAPITOLO 6 Esperienze - Oasi faunistica - Agriscuola per caso - Golena - Natura di un cambiamento - Una storia - CAPITOLO 7 Naturalmente abili - CAPITOLO 8 Diritti degli educatori - CAPITOLO 9 - Aiutarsi ad aiutare - CAPITOLO 10 - Ottica integrata e pluralità degli sguardi – Conclusioni - Bibliografia


  L'AUTRICE – Lucia Carpi, laureata in Lettere moderne con tesi in Pedagogia speciale. Ha lavorato come insegnante e educatrice. È specialista in Pratica Psicomotoria Aucouturier con abilitazione all’intervento educativo-preventivo di gruppo e all’aiuto psicomotorio individuale. Lavora in psicomotricità con bambini in situazione di benessere e di difficoltà evolutiva e si occupa di consulenza e formazione rivolta a genitori, educatori e insegnanti sui temi del gioco, dell’autonomia, della relazione e della crescita armonica. Nell’ambito della pedagogia in natura ha contribuito a diversi progetti collaborando con alcune realtà sperimentali in Emilia-Romagna nel ruolo di formatrice e consulente supervisore. Partecipa al confronto con colleghi e gruppi di lavoro dello stesso territorio.






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