VACCINI: NON SI PERDA ALMENO IL BUONSENSO!
Le richieste che
avanziamo sul tema delle vaccinazioni pediatriche sono semplici, di assoluto
buon senso: chiarezza
nell’informazione da fornire ai genitori prima dell’inoculazione,
farmacovigilanza attiva, la realizzazione di uno studio di comparazione dello
stato di salute dei bambini vaccinati e dei non vaccinati. Che “nessuno studio
ha confrontato lo stato di salute dei bambini mai vaccinati con quello dei
bambini completamente vaccinati”, che “la ricerca in atto non è stata
progettata per valutare l’intero programma di immunizzazione” e che “non sono
stati condotti studi per esaminare gli effetti a lungo termine del numero
cumulativo di vaccini” sono affermazioni contenute nel Report del 2013 dell’Institute of Medicine USA.
Non è sufficiente citare una fonte
così autorevole (e favorevole alle vaccinazioni) per ottenere quelle risposte
che ancora non abbiamo?
Non si tratta di essere favorevoli o contrari ai vaccini, ma la nostra
richiesta è di
fornire informazioni corrette a tutti i genitori. Di questi, secondo un’indagine del Censis, “solo una piccolissima percentuale (5,6%) è stata in grado di indicare che allo stato attuale in Italia le vaccinazioni obbligatorie sono 4 e l’11,2% indica di aver sottoposto i figli a vaccinazione ma di non ricordare a quale vaccini”.
fornire informazioni corrette a tutti i genitori. Di questi, secondo un’indagine del Censis, “solo una piccolissima percentuale (5,6%) è stata in grado di indicare che allo stato attuale in Italia le vaccinazioni obbligatorie sono 4 e l’11,2% indica di aver sottoposto i figli a vaccinazione ma di non ricordare a quale vaccini”.
Mettiamo tutti i
genitori nelle condizioni di sapere, di conoscere tutti i pro e tutti i contro
della pratica vaccinale. La conoscenza permetterà loro di fare una scelta
consapevole. La Sanità
pubblica deve assolvere a questo compito, non prendere la facile scorciatoia
dell’obbligatorietà per imporre i trattamenti che suggerisce. La Convezione
internazionale di Oviedo, che lo Stato italiano ha recepito con la legge del 28
marzo 2001 n. 145, ha
stabilito che un trattamento sanitario può essere praticato solo se la persona
interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato. L’esperienza
dei genitori sulla modalità di raccolta del consenso alle vaccinazioni è tale
da non rendere necessario alcun commento.
La
vaccino-vigilanza attuale ha dei limiti: è un problema noto a tutti, se persino
sullo stesso Bollettino d’Informazione sui Farmaci dell’Agenzia Italiana del
Farmaco (2/08) si può leggere: «Le segnalazioni spontanee di sospette reazioni
avverse sono uno strumento poco utilizzato in ambito pediatrico…..È necessaria
un’azione di sensibilizzazione sugli operatori sanitari per stimolare le
segnalazioni che sono spesso sottovalutate e poco utilizzate…». Va rafforzato
il sistema di segnalazione di sospetta reazione avversa, perché chi è tenuto a
segnalare le reazioni troppo spesso si sottrae, eliminando quindi la
possibilità di realizzare un’analisi realistica del rapporto rischi/benefici
del farmaco.
Oggi si agita lo
spauracchio di un calo modesto delle coperture vaccinali evocando scenari di
epidemie future.
Noi preferiamo
commentare i dati certi, con i numeri in mano.
In Italia l’ultimo caso di
poliomielite da virus selvaggio risale al 1982, da allora per più di 10 anni
abbiamo registrato casi di paralisi indotti proprio dal vaccino antipolio orale
(Sabin) poi ritirato e ora sostituito con il “Salk”. In Austria, secondo i dati
OMS-Unicef, la copertura vaccinale è all’85% , molti paesi della Regione OMS
delle Americhe o del Pacifico Occidentale hanno coperture vaccinali inferiori
al 95% e sono Polio Free.
Per contribuire a ridare un senso razionale a un
dibattito che sta diventando una sterile polemica viscerale, abbiamo inviato
questo documento agli Assessori regionali alla salute, ai Membri delle
Commissioni Affari Sociali e Sanità di Camera e Senato, ai Consiglieri
Regionali e alla stampa, in un momento in cui si stanno prendendo decisioni
importanti riguardanti l’obbligo vaccinale per l’ammissione nelle scuole. Ci
auguriamo che il nostro Paese proceda nella direzione dei 15 Paesi europei, tra
cui quelli a più alto reddito, in cui non c’è alcun vaccino obbligatorio e che
non ci siano ritorni al passato.
Associazione di studi e
informazione sulla salute 2 ottobre 2015
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