Fino a che età allattare il bambino
Fino a che età un bimbo può essere allattato? C’è un momento in cui è preferibile smettere di allattamento al seno?
“L’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di nutrire al seno in modo
esclusivo fino
al sesto mese compiuto”,
spiega Paola Paschetto, consulente professionale in allattamento
materno (IBCLC).
Il
latte materno resta l’alimento principale, cui gradualmente si
accostano i primi cibi solidi,
fino all’anno, e sempre l’OMS suggerisce di proseguire
l’allattamento fino al secondo anno e oltre, secondo i desideri di
mamma e bambino.
Queste
raccomandazioni sottolineano ‘ufficialmente’ la libertà di
scelta di ogni donna per quanto riguarda la durata dell'allattamento al seno alcune mamme lasciano che sia lui a svezzarsi
spontaneamente, altre invece, a un certo punto, sentono che è giunto
il momento di concludere questa esperienza.
Si
tratta di decisioni
che la donna deve poter valutare liberamente e con grande
serenità. “È
bene che ogni mamma faccia come preferisce, non ci sono regole
prestabilite, valide per tutti”, conferma Rosalinda Cassibba,
professore ordinario in Psicologia dello sviluppo presso la facoltà
di Scienze della formazione, dipartimento di Psicologia,
dell’Università di Bari. “Se dopo il primo compleanno la mamma
vive ancora la poppata come un appuntamento speciale, un momento di
coccole riservato al suo bambino, non c’è motivo di interrompere.
L’importante
è che non vengano trascurate altre forme di comunicazione più
‘progredite’:
compito della mamma è infatti quello di accompagnare il bimbo che
cresce nella scoperta di modalità di relazione sempre più evolute e
complesse”.
Un
alimento che non “scade”!
Ha
ancora senso offrire il seno a un bimbo che ha già una dieta varia
ed equilibrata? Una delle obiezioni più frequenti dopo il primo
compleanno è che il latte materno “ormai non ha più sostanza”.
“Premesso
che l’allattamento
non ha solo una valenza nutritiva, ma anche affettiva”,
sottolinea la consulente professionale in allattamento, “l’idea
che il latte possa perdere il proprio valore nutritivo è un luogo
comune ormai sfatato da numerosi studi. Finché c’è un bimbo che
poppa, l’organismo materno continua a produrre latte e la sua
composizione non è affatto destinata a impoverirsi con il tempo.
Anzi,
secondo recenti studi, dopo il secondo compleanno, quando il latte
assunto quotidianamente si riduce perché diminuiscono la frequenza e
il numero delle poppate, avviene una sorta di compensazione, per cui
la concentrazione di grassi aumenta e l’alimento materno diventa
più calorico ed energetico”.
E
non è tutto. Le poppate continuano a garantire una valida protezione
anticorpale che rinforza il sistema immunitario del
bambino. “Studiando
la composizione dell’alimento materno, si è visto che le sue
proprietà antibatteriche si ‘potenziano’ con la crescita del
bimbo”, spiega Paola Paschetto.
“Nel
secondo anno di vita, infatti, quando il piccolo ha più occasioni di
socializzare e quindi di contrarre virus e batteri, aumenta la
concentrazione di immunoglobuline destinate a proteggerlo dalle
infezioni”.
Nessun commento:
Posta un commento