“Alla
loro età eravamo più veloci”
In
Italia i più a rischio sono gli adolescenti, specie le ragazze:
troppo junk food e computer. La sorpresa dai piccoli, che amano
calcio e nuoto
Enrico
Franceschini
Se
il bambino che è in noi potesse sfidare i nostri figli a chi corre,
nuota o pedala più veloce, vinceremmo a mani basse. Non è una gran
consolazione per tutte le cose, dalla rapidità nell’usare il
telefonino a quella nel capire come funziona un nuovo gadget, per
citarne soltanto un paio, in cui sono loro a battere noi: ma è la
prova, decisamente preoccupante, di un paradossale declino
generazionale nelle prestazioni fisiche. I ragazzi di oggi, rivela
una ricerca scientifica, sono più alti dei loro padri ma mediamente
più lenti, perlomeno nelle attività sportive. Ogni decennio, la
capacità cardiovascolare
sotto sforzo diminuisce del 5 per cento,
afferma l’indagine condotta da studiosi della University of South
Australia e pubblicata ieri dal Times di Londra. In altre parole, se
un 11enne del 1975 corresse un miglio (1 chilometro e 600 metri)
contro un 11enne del 2013, il primo arriverebbe al traguardo un
minuto e mezzo prima del secondo. Se i due si sfidassero a una corsa
di quattro giri di pista d’atletica, il bambino del 1975 vincerebbe
con quasi un giro di distacco sul bambino di oggi.
Nello
sport professionistico, naturalmente, il fenomeno è opposto: tutti i
record di atletica sono migliorati considerevolmente rispetto a
trenta o quaranta anni fa. Nel 1975 il record dei 100 metri piani era
9.9, quello attuale di Usain Bolt è di 9.58. Ma quello che vale per
i campioni non vale per la
massa. Gli scienziati australiani hanno
esaminato più di 50 test fisici e cardiovascolari condotti tra il
1964 e il 2010 su più di 25 milioni di bambini e ragazzi tra i 9 e i
17 anni in ventotto paesi: ovunque hanno riscontrato che le
generazioni odierne vanno più piano, da un punto di vista sportivo,
rispetto alle precedenti. Il declino nelle prestazioni è simile per
maschi e femmine, per bambini più giovani e per adolescenti, e in
regioni del globo differenti, sia pure con variazioni da paese a
paese. Uno di quelli in cui il peggioramento è più netto è la Gran
Bretagna: se un bambino inglese del 1998 che aveva una prestazione
media corresse una gara oggi, arriverebbe tra il 5 per cento dei
migliori classificati; e il bambino che nel 1998 arrivava ultimo
batterebbe più di metà dei bambini di oggi in una gara analoga.
In
Italia a essere piccoli campioni sono i bambini in età di scuola
elementare: nella fascia tra i 6 e i 10 anni — rivela uno studio
della Società italiana di pediatria — in dieci anni si è passati
dal 48 al 53 per cento di pratica sportiva. Mentre gli adolescenti —
e soprattutto le ragazze — brillano per sedentarietà.
Le
cause, osserva il professor Grant Tomkinson, autore del rapporto
australiano, sono chiare. I bambini di oggi sono più grossi, con
un’allarmante diffusione dell’obesità vera e propria, specie
negli Stati Uniti ma ora pure in Europa. Le ragioni sono evidenti:
mangiano cibi più grassi e fanno meno attività fisica, passando
sempre più tempo seduti davanti a un computer, un telefonino, un
tablet o alla televisione. «Ciò riduce la capacità di avere buone
prestazioni aerobiche», afferma Tomkinson. Ma il fenomeno si potrebbe
contrastare con una migliore alimentazione e con almeno 60 minuti di
esercizio fisico intenso — cioè
corsa, nuoto, ciclismo — al giorno. Insomma, i figli possono
correre più veloci di come correvano i genitori alla loro età. Ma
devono abbandonare per un po’ il telefonino e infilare le scarpe da
ginnastica.
La
Repubblica, 21 novembre 2012, pag 47
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