Ictus e trombosi: pioggia di
cause su Big Pharma
di Elena Dusi
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Quando, il 14 dicembre,
Marion Larat fece causa alla casa produttrice della sua pillola per “attentato
all’integrità umana” non sapeva quale reazione a catena internazionale avrebbe
innescato. La 25enne francese è invalida al 65% per via di un ictus e il
contraccettivo orale da lei usato — insieme a tutte le formulazioni di terza e
quarta generazione diffuse a partire dagli anni ‘80 — oggi è sottoposto a
procedura di riesame da parte dell’Ema, l’Agenzia europea che si occupa della
sicurezza dei farmaci.
La richiesta di riesame è stata avanzata dal
governo francese l’l’11 gennaio. Parigi denuncia che le pillole di terza e
quarta generazione sono più pericolose di quelle di seconda. Un’abbondanza di
dati, pubblicati fra gli altri dal British Medical Journal e divulgati dalla
stessa Ema, dimostra che le pillole più recenti hanno un rischio di ictus e
trombosi doppio rispetto a quelle di seconda generazione: 4 casi su 10mila per
ogni anno di utilizzo, rispetto ai 2 delle vecchie formulazioni. Il ministero
della Salute francese ha annunciato che da fine marzo smetterà di rimborsare le
donne che usano la terza generazione, invitando i medici a prescrivere di
preferenza la seconda. Se l’Ema troverà fondata la richiesta di Parigi, gli
altri paesi europei dovranno adattarsi a questa direttiva.
«I contraccettivi orali più recenti — spiega
Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Istituto Mario Negri e dell’università di
Milano — erano stati messi a punto per ridurre gli effetti collaterali: non
solo il rischio di ictus e trombosi, ma anche la ritenzione idrica e i rari
disturbi dermatologici. E invece, per quanto riguarda il pericolo di formazione
di trombi, si è ottenuto l’effetto opposto. Stiamo parlando però di numeri
estremamente piccoli. Una donna giovane, non fumatrice e con la pressione
normale ha più probabilità di essere centrata da un fulmine».
Marion Larat, però, oggi non è sola. Il suo
avvocato Philippe Courtois ha preannunciato che alla denuncia della ragazza si
stanno per associare altre 30 donne, tutte tra i 17 e i 48 anni, che per via
della pillola sarebbero state colpite da ictus (15 casi), embolia polmonare (3
casi), trombosi venosa profonda o flebite.
Una signora è morta, le altre sono rimaste
invalide, in alcuni casi paralizzate ai quattro arti.
In attesa di riunirsi il 4 febbraio, l’Ema ha
diffuso un comunicato per tranquillizzare le donne che si affidano
regolarmente
alla pillola. Secondo i dati dell’agenzia, “il 99,95% delle utilizzatrici
nell’arco di un anno non manifesta alcun effetto collaterale serio” e la
protezione contro le gravidanze indesiderate “è quasi al 100%”
L’inquietudine di Parigi potrebbe sembrare
esagerata, se non ci fosse una domanda lasciata senza risposta. A parità di
efficacia, perché una pillola più rischiosa ha rimpiazzato una pillola più
sicura? Un comunicato diffuso a novembre dall’Haute Autorité de Santé francese
spiega che “nessuno studio dimostra che le pillole di terza generazione
apportino benefici su effetti collaterali come acne, aumento di peso, nausea,
dolore al seno”. All’interrogativo La Vecchia risponde senza esitazione:
«Marketing. È un fenomeno che conosciamo bene in farmacologia: accade spesso
che la seconda generazione di un medicinale sia effettivamente migliore è più
sicura della prima. E infatti le prime pillole usate negli anni ‘60 e ‘70, che
contenevano dosi di estrogeno 3 o 4 volte più alte delle attuali, sono
scomparse dalla circolazione. Poi però accade che inizino a comparire
generazioni nuove che non necessariamente sono migliori, ma che, come nel caso
della pillola contraccettiva, costano di più». Per le case farmaceutiche,
bersagliate da richieste di risarcimento sempre più numerose (la Bayer negli
Usa ha pagato 750 milioni di dollari per 3.500 donne e ha ancora 3.800 giudizi
da affrontare), il conto potrebbe però non chiudersi in attivo.
la Repubblica, 30 gennaio
2013, pag, 21
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