di Federico Rampini
Ha mentito sotto
giuramento»: è uno dei reati più gravi in America, ha segnato la fine di tanti
leader politici e top manager. Ma la
menzogna è una malattia “endemica”, legata indissolubilmente ai meccanismi di
crescita fin dalla prima infanzia. Si può curare, prevenire, limitare? Il Pinocchio
di Collodi col naso che si allunga è la metafora di tutti i bambini del mondo. Ora
l’attitudine a mentire attrae l’attenzione degli scienziati: cosa c’è dietro,
come contenere i danni sociali. Nuove ricerche vengono compiute da équipe
universitarie di psicologi dell’infanzia, anche come derivazione di altri
progetti: per esempio la mobilitazione contro il bullismo nelle scuole porta a confrontarsi
con le bugie sistematiche, dei carnefici e delle vittime. Una di queste
ricerche è diretta dalla psicologa dell’età evolutiva Victoria Talwar alla
McGill University di Montreal in Canada.
La prima scoperta: il
ricorso alla bugia è ancora più diffuso di quanto crediamo, è una tappa nella
crescita psicologica del bambino. Uno sviluppo “normale” prevede che all’età di
due anni il bambino cominci a mentire.
Arrivato al terzo anno, più del 33% mente con frequenza, “per evitare guai”. Dai
4 ai 7 anni di età, oltre alla classica bugia per sottrarsi a una punizione
appaiono altre tipologie, la menzogna che serve ad “attirare l’attenzione”,
oppure a “conquistare approvazione dagli adulti”. Non sono legate a una cultura
nazionale, civiltà o
etnìa: gli psicologi canadesi hanno esteso le loro
ricerche all’Inghilterra, alla Cina, e all’Africa occidentale. La tendenza a mentire
è costante sotto ogni latitudine. Un’altra scoperta: i genitori sono dei
“poliziotti” inefficienti, la loro capacità di scoprire o intuire le bugie dei figli
è modesta. Quando i figli sono in età pre-scolastica, i genitori smascherano in
media solo il 53% delle bugie. Il risultato peggiora con i figli tra i 6 e gli
8 anni di età: appena il 33% delle bugie viene riconosciuto come tale. Tra i 9
e gli 11 anni di età, la probabilità di essere scoperti scende ulteriormente:
appena il 25%. E con l’adolescenza dilaga un altro tipo di bugia, quella
motivata a costruirsi un muro di privacy contro i genitori. Su questi ultimi
pesa un “pregiudizio di sincerità”: vogliono credere di avere stabilito un rapporto
di fiducia con i figli. D’altra parte, più i ragazzi sono intelligenti e
maturi, più mentono con perizia. Qui interviene un altro studio, compiuto da
esperti del sistema penale, al John Jay College of Criminal Justice della City University
di New York. Rivela che l’arte della menzogna è tanto più raffinata nei ragazzi
che hanno “capacità di concentrazione e talenti di socializzazione”. Richiede
memoria, immaginazione.
Gli psicologi che si
occupano di giustizia hanno dei consigli da dare ai genitori. C’è un frasario
di reazioni “educative”, con cui rispondere alle bugie, più efficaci della sanzione.
Il vero problema è l’esempio degli adulti. I figli vedono papà e mamma mentire in
continuazione. Un campione analizzato dalla University of Virginia rileva un minimo
di “una bugia al giorno” in una popolazione adulta normale, nelle sue
interrelazioni sociali. I genitori mentono a volte davanti ai ragazzi e a fin
di bene: per esempio dandosi malati in ufficio per poter assistere a una recita
scolastica o alla finale di calcio della squadra del figlio. Uno dei compiti
più delicati, spiegano gli psicologi, è educare la prole al confine tra la menzogna
riprovevole e quella che in inglese si chiama “white lie” ovvero bugia “bianca”:
quando si mente per omissione, o per diplomazia, per non ferire una persona.
Classico il caso della bambina che a una cena da amici sente sua madre fare complimenti
alla padrona di casa per il cibo, salvo poi ammettere tra le mura domestiche
che era disgustoso. Ma le conseguenze sociali della menzogna spaventano sempre
di più gli adulti americani: un sondaggio del sito parentale BabyCenter. con
rileva che oltre il 50% dei genitori sono preoccupati per la frequenza delle
bugie fra i 2 e i 7 anni, e sono in cerca di consigli dagli specialisti.
L’importante
è che i grandi diano il buon esempio cercando di dire sempre la verità
la Repubblica, 27 Aprile
2012, pag, 47
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