Il 10 in pagella si fa in famiglia


Il rapporto Pisa svela il segreto degli studenti che hanno voti alti dalle elementari alle superiori

Essenziale leggere e parlare con i genitori, anche di politica

di Emanuela Micucci

Studenti primi della classe? La differenza la fanno i loro genitori. Non serve un dottorato di ricerca o un numero illimitato di ore per contribuire alla riuscita scolastica dei figli. Basta trascorrere un po’ di tempo insieme a leggere e parlare di attualità. A svelarlo è un Focus del rapporto Pisa 2009 su cosa possono fare i genitori per il successo a scuola dei ragazzi (www.invalsi.it). Gli studenti quindicenni con cui la famiglia leggeva spesso (giornalmente o settimanalmente) i libri durante il primo anno della primaria, infatti, hanno ottenuto punteggi più alti al Pisa rispetto ai compagni con cui i genitori leggevano raramente o per niente. Indipendentemente dal backgruond socio-economico della famiglia. In media 25 punti di differenza, equivalenti a oltre metà anno scolastico. Nei 24 paesi OCSE il divario va dai 4 punti della Lituania ai 63 della Nuova Zelanda. Dieci quelli della Cina, 30 della Danimarca, fino ai 35 del Quatar e ai 50 della Germania. In Italia la differenza vale circa 21 punti, come Portogallo e Panama. Influisce un contesto socio-economico favorevole, ma il vantaggio è di 14 punti anche nei ragazzi con un background simile. E la differenza è maggiore quando i genitori non solo leggono libri con i figli, ma parlano con loro delle cose fatte durante il giorno e gli raccontano storie. Da 1 punto della Danimarca ai 10 di Germania, Lituania e Cina. Mentre si avvicinano a 30 punti Italia, Portogallo e Uruguay. Fino ai quasi 40 del Quatar. E gli studenti non sono mai troppo grandi per trarre beneficio dal coinvolgimento dei genitori. Il loro sostegno paga anche nei 15enni. Gli studenti di quest’età con cui i genitori discutono di politica o attualità ogni giorno o ogni settimana ottengono 28 punti in più dei compagni che lo fanno con minore frequenza o per niente.
E l’Italia supera la media con 42 punti. Fanalino di coda la Cina con 14. Poco più di 30 in Germania. Se si considera il contesto socio-economico il vantaggio diminuisce, ma resta importante: 16 punti. Unica eccezione l’Ungheria. Decisamente minore il peso di altre attività, come discutere insieme di libri, film o programmi tv, parlare di come fanno a scuola i ragazzi, cenare insieme a tavola, parlare insieme. Il vantaggio si sente soprattutto in Italia, Portogallo, Danimarca e Quatar (circa 30 punti). «Gli insegnati, le scuole e i sistemi educativi dovrebbero esplorare i possibili modi di aiutare i genitori molto impegnati ad assumere un ruolo più attivo nell’istruzione dei figli, sia fuori sia dentro la scuola», commenta Francesca Borgonovi dell’OECD.

Italia Oggi, 20 marzo 2012, pag, 41

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