Il piacere di leggere e come non ucciderlo

Aidan Chambers
Il piacere di leggere e come non ucciderlo
Edizioni Sonda, pag.204, Euro 15,00



  IL LIBRO –  Leggere non vuoi dire solo decodificare i segni tracciati sulla carta; significa soprattutto vivere infinite vite e storie, immergersi e riflettere sulle vicende virtuali dei personaggi e comprendere meglio noi i. Leggendo insieme ad altri e discutendo di quanto abbiamo letto, la comunicazione diviene un mezzo di conoscenza collettivo. Secondo Aidan Chambers, che alla scrittura e alla critica letteraria ha dedicato tutta la sua attività, ogni bambino, imparando a leggere e a parlare dei libri che legge a scuola, potrà conservare sia l'amore per la lettura che la capacità di comunicare in modo appropriato ed efficace. Partendo da questo presupposto, l'autore presenta un metodo che ogni insegnante può applicare adattandolo ai propri alunni, grazie alle informazioni pratiche per condurre un incontro a scuola e alle diverse tecniche e ai suggerimenti per guidare i bambini a esprimersi nel modo migliore.
Chambers si sofferma soprattutto sui diversi criteri di scelta delle letture, sulle domande e le frasi chiave per avviare e far procedere la lettura coinvolgendo anche i non lettori.
 Una miniera di esperienze pratiche, approfondimenti e riferimenti bibliografici italiani e stranieri, a cura di Maria Pia Alignani, rende il manuale uno strumento indispensabile per gli insegnanti della scuola dell'infanzia, elementare e media, ma anche per gli studenti universitari di scienze dell'educazione.
Questa terza edizione è inoltre aggiornata e arricchita da un'approfondita introduzione di Livio Sossi sull'importanza e il valore del contributo di Chambers nel campo della letteratura per ragazzi.
  UN BRANO – “Quattro motivi per parlare – “PARLARE DI LIBRI” non implica semplicemente una persona che comunichi qualcosa a un’altra. Si tratta di un’attività più complessa e collettiva nella quale sono coinvolte, simultaneamente, varie motivazioni e funzioni. Sul ruolo e sulla pratica della lettura sono stati scritti fiumi di
parole. Così Gordon Wells, uno dei maggiori ricercatori in campo didattico, esprime la sua idea di dialogo:
  “Ciò che appare importante è che, per essere veramente utile, l’esperienza di conversazione del bambino deve trovarsi all’interno di uno scambio a due, nel quale un adulto parli di argomenti che interessano il bambino: cosa fa, , ha fatto, o spera di fare, o si svolgano attività nelle quali l’adulto e il bambino si impegnano assieme. Ciò accade quando sia il bambino che l’adulto sono impegnati in un’attività comune: le possibilità che essi sperimentano gli eventi, lavorino con gli stessi oggetti e interpretino situazione in modo simile, vengono moltiplicate. Questo significato che entrambi avranno una maggiore possibilità di interpretare correttamente quello che altri dicono e quindi di costruire in modo collaborativo una comune struttura di significato, sull’argomento che è al centro della loro attenzione” (The Meaning Makers, pp. 44-45).
L’approccio che propongo in questo libro e che ho sintetizzato con “dimmi” (dalla frase chiave con la quale ci rivolgiamo ai bambini) parte dal ruolo centrale della conversazione e dal dialogo, nella loro accezione socratiche, allargando il numero dei partecipanti da due (bambino /adulto) a un adulto facilitatore che interagisce con una comunità di lettori che individuano la lettura di un testo.
  Parlare dei libri che abbiamo letto è un’attività individuale e allo stesso tempo comune e operativa, poiché ogni partecipante deve ascoltare quello che gli altri dicono e prendere in considerazione quello che gli altri pensano del libro.
  Ogni volta che parliamo, diciamo qualcosa per noi stessi. Penso a questo come un atto orale privato. Ma quando parliamo, spesso coinvolgiamo una o più persone, perché vogliamo comunicare qualcosa. Penso a questo come a un atto orale pubblico. Quindi “parlare” è un’attività sia pubblica che privata.
  Possiamo verificare questa semplice verità, riflettendo sulle nostre conversazioni quotidiane: nella vita di tutti i giorni “parlare” con gli altri ci può riempire di gioia e sicurezza o, contrario, gettarci nel dubbio.
  Per insegnanti che desiderano aiutare i bambini, non solo a leggere, scrivere e parlare bene, ma anche a costruire armoniosamente la loro personalità, è utile avere qualche appiglio, nell’intricato tessuto di motivazioni ed effetti che ci spingono a parlare e che ricompensano la nostra azione di ascolto”.       

  INDICE DEL VOLUME –  Prefazione. Il piacere di leggere Chambers di Livio Sossi – Premessa di Maria Pia Alignani -  Introduzione – 1. Come abbiamo iniziato – 2. La condivisione – 3. Quattro motivi per parlare – 4. I bambini e la critica letteraria – 5. I bambini come critici – 6. Degno di essere espresso – 7. Perché “Dimmi” – 8. Come lo sai? – 9. Scegliere il testo – 10. Leggere il testo – 11. Gli argomenti della conversazione – 12. Le domande – 13. L’approccio in azione – 14. L’attività in classe - 15. Per concludere: l’adulto facilitatore – Appendice: le esperienze in Italia  
 
  L’AUTORE –  Aidan Chambers ha iniziato la sua carriera come insegnante di lingua inglese e di recitazione prima di diventare autore a tempo pieno di romanzi rivolti ai giovani, di script teatrali e di saggistica.
Ha lavorato a stretto contatto con numerosi insegnanti per più di quarant'anni, aiutandoli a sviluppare il loro lavoro nel campo della lettura. Con i suoi 7 romanzi nel 1999 ha vinto il Carnegie Medal 1999 e nel 2002 l’Hans Andersen Award e il Michael Printz Award. Oggi vive nel Glouchestershire, in Inghilterra, e tiene seminari a livello accademico in tutti i Paesi in lingua inglese. Vive in Inghilterra a Lockwood con la moglie Nancy e decine di migliaia di libri.

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