di Margherita De Bac
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Da una parte più bambini concepiti con
metodiche «artificiali». Sono stati 12.506 nel 2010 contro i 10.819 dell’anno
precedente. Dall’altro l’invecchiamento delle donne. Una media di 36,3 anni,
superiore alla media europea. Un tempo anagrafico che costituisce un grande
limite al successo delle tecniche. È quanto emerge dalla relazione 2012 sullo
stato di attuazione della legge sulla fecondazione.
Si calcola che dal 1980 siano stati 100-150
mila i figli nati grazie all’intervento di ginecologi e biologi. Calcolo
approssimativo. In realtà il registro è stato istituito solo in seguito
all’approvazione della legge, nel 2004, il che ha consentito di monitorare i
risultati dei cicli di trattamento comunicati dalle cliniche. Adesso le coppie
attraverso questi atti ufficiali possono distinguere i centri più seri ed
efficienti. Negli anni si è verificata una selezione naturale delle strutture
perché i limiti stabiliti dalla legge hanno richiesto un aumento di qualità.
Tra i dati positivi, la diminuzione dei parti trigemini calati all’1,9% mentre
nel 2008 erano il 2,7. Caduto il limite che imponeva la produzione di un
massimo di 3 embrioni e l’obbligo di impiantarli in un’unica soluzione, si è
riusciti a evitare parti trigemellari. In compenso, evidenzia il rapporto, sono
di nuovo aumentati gli embrioni congelati. Sempre vivace il fenomeno dei viaggi
della speranza. Coppie che si spostano da regione a regione per avere un figlio
dalla provetta.
Corriere della Sera, 13
Luglio 2012, pag, 19
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