La neomamma che allatta smaltisce

Il grasso accumulato in gravidanza

di Alice Vigna

 
  Il latte materno è il migliore alimento per nutrire i neonati, su questo ormai ci sono pochi dubbi. Ma è una miniera di benefici anche per la mamma. Lo hanno spiegato ricercatori statunitensi durante il convegno «Excellence in Pediatrics» a Dubai, sottolineando come l’allattamento possa essere considerato una sorta di “quarto trimestre” della gravidanza per la donna, che così ha modo di portare a termine un percorso per cui il suo organismo si è preparato nei nove mesi precedenti. Non farlo è “rischioso”, visto che, ad esempio, è stato dimostrato come le donne che hanno allattato complessivamente per meno di un anno abbiano una maggior probabilità di malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione,   iperlipidemia una volta entrate in menopausa.

Tutti i benefici dell’allattamento

I benefici per la neomamma quindi non sono solo psicologici, né si limitano allo sviluppo di un legame più stretto con il figlio: come mostrano anche i dati presentati dall’Osservatorio nazionale sull’infanzia e l’adolescenza, Paidòss, l’allattamento serve innanzitutto a mobilizzare il grasso accumulato in gravidanza, grasso utile ad avere l’energia per nutrire un altro essere umano, ma da “smaltire” dopo la nascita. «In parte, infatti, è anche grasso viscerale, più pericoloso per la salute cardiovascolare: “scioglierlo” allattando, non solo fa tornare in forma più velocemente, ma risulta protettivo pure per cuore e vasi» spiegano i ricercatori Paidòss. L’allattamento diminuisce poi il rischio di diabete, perché aiuta a ripristinare una corretta tolleranza al glucosio, che durante i nove mesi spesso viene meno portando in alcuni casi a diabete gestazionale; inoltre, abbassa il rischio cardiovascolare grazie anche a un effetto antipertensivo e di riduzione dei trigliceridi.

Falsi miti: il seno non si «rovina»

E non basta: è noto da tempo che allattare protegge pure dai tumori al seno e all’ovaio, con un “taglio” della probabilità di ammalarsi che si aggira sul 60 per cento. Mettendo in fila tutti questi benefici, si capisce perché pediatri e ginecologi ribadiscano l’importanza di combattere i falsi miti che circolano sull’allattamento. Non è vero, ad esempio, che il seno si “rovina” ed è una leggenda pure la convinzione di molte che il proprio latte possa essere troppo “leggero” e inadeguato alla crescita del bambino. Non è quasi mai così e basta osservare il neonato per accorgersi se il latte materno non è sufficiente: solo a quel punto si consulterà il pediatra sull’opportunità di un’eventuale aggiunta di latte artificiale.

Corriere Della Sera, 23 settembre 2015

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