I bambini non sono mai

 Troppo grassi, almeno per le mamme

Errori di valutazione: i genitori, specie se i figli sono piccoli, credono che la «ciccia» sia segno di salute

di Elena Meli

  «Mio figlio? Non è affatto grassottello, anzi». Le mamme dei bambini sovrappeso o obesi proprio non riescono a vedere i chili di troppo: il 40 % è addirittura preoccupato che il figlio possa essere sottopeso. Questa “cecità” dei genitori è dimostrata da due ricerche, una europea e l’altra statunitense, che hanno analizzato le convinzioni di migliaia di mamme e papà.

    Sottovalutazione di un potenziale problema
  «Purtroppo i genitori non identificano i chili in eccesso come un problema — conferma Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria —. Anzi, soprattutto quando i figli sono piccoli credono che la “ciccia” sia segno di una crescita sana». Lo studio americano, pubblicato su Pediatrics, sottolinea
che la percezione del sovrappeso è minima tra i genitori di bimbi fra due e cinque anni. Poi, la consapevolezza aumenta con l’andare degli anni, perché, come spiega Alyssa Lundhal, che ha condotto lo studio: «Pian piano mamme e papà capiscono che non si tratta di grasso infantile che scomparirà, bensì di chili che resteranno. L’accuratezza di giudizio, però, è inferiore nel caso dei maschi: un bambino o un ragazzino normopeso viene spesso considerato “troppo magro”, perché nell’immaginario collettivo i maschi sono forti e “grandi”. Invece, fra le madri di bambini magrolini la preoccupazione è meno sentita e solo una su tre ci pensa».

  Indispensabile ridurre l’apporto di proteine
  Infine, negli adulti che dovrebbero loro stessi dimagrire, la capacità di accorgersi che anche la prole avrebbe bisogno di una dieta è praticamente nulla. Purtroppo, essere sovrappeso fra i due e i cinque anni aumenta di cinque volte la probabilità di esserlo a dodici anni; inoltre, un adolescente grassottello od obeso sarà quasi certamente un adulto alle prese con i chili di troppo, che andrà incontro con maggior probabilità a diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari. «Intervenire fin dalla primissima infanzia, quando ancora si può fare molto per invertire la rotta, è invece fondamentale — aggiunge Giovanni Corsello —. Assieme a un’adeguata attività fisica, l’equilibrio nutrizionale è un pilastro del benessere del bimbo: l’allattamento al seno almeno fino ai sei mesi è un primo passo per ridurre il rischio di sovrappeso. Inoltre, occorre abituare i figli a mangiare verdura e frutta fin da piccolissimi, mentre è indispensabile ridurre l’apporto di proteine, che incrementa la secrezione di insulina e fattori di crescita che potenziano l’appetito».

Corriere Della sera, 22 maggio 2015


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