Come
tutelare la pelle dei neonati
svoltosi a Parigi, si è parlato tra l’altro di emangiomi infantili. Che non fanno più paura, se trattati a dovere
Alessandra
Margreth
Novità
in arrivo per il trattamento degli emangiomi infantili, una patologia
piuttosto frequente che si manifesta nelle prime settimane di vita.
Sono neoformazioni vascolari benigne e interessano prevalentemente la
pelle e il tessuto sottocutaneo, soprattutto nel viso. Dopo un rapido
sviluppo durante le prime settimane di vita, queste lesioni benigne
in genere iniziano a regredire lentamente fino a scomparire dopo
qualche anno.
Il
12 per cento dei casi richiede invece un trattamento specifico
durante la proliferazione: è il caso delle lesioni localizzate in
sedi a rischio di ulcerazione o di complicanze, ad esempio la
perdita
della vista nel caso di lesioni che interessano la palpebra. Se ne è
parlato nel recente congresso Dermatology Forum organizzato da Pierre
Fabre a Parigi.
Dal
2008, in seguito alla scoperta di Christine Labrèze della Clinica
Universitaria di Bordeaux, viene utilizzato il propranololo, capace
di arrestare la fase proliferatriva dell’emangioma infantile e di
favorirne una rapida involuzione. Il farmaco viene inizialmente
somministrato in ospedale sotto controllo medico ma in seguito può
essere assunto anche a casa. Al momento in Italia il propranololo è
fornito in preparazione galenica e dunque viene preparato in
farmacia.
Oggi
esiste un prodotto a base di propranololo autorizzato specificamente
per uso pediatri co dall’EMA, l’agenzia per il farmaco europea.
Il farmaco è già disponibile in alcuni Paesi europei e in Italia è
in corso l’iter autorizzativo previsto dall’AIFA l’Agenzia
Italiana del farmaco. Nel nostro Paese esistono alcuni centri
altamente specializzati e nel 2012 è nata la SISAV, Società
Italiana per lo Studio delle Anomalie Vascolari, presieduta da Maya
El Hachem, responsabile della Dermatologia presso l’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
«Il
primo consiglio ai genitori è di stare tranquilli - premette -
perché si tratta di una lesione benigna. Però bisogna andare dal
pediatra per un consiglio, dato che talvolta l’emangioma può dare
dei problemi, comunque curabili. È necessario tenere sotto controllo
gli emangiomi infantili nel neonato e nel lattante, in particolare
nei primi 5 mesi di vita, proprio per il rischio di accrescimento
anche notevole. Servono controlli ogni 2-4 settimane al massimo. Se
il medico decide un trattamento, è indispensabile che questo
intervento sia precoce, proprio per garantire maggior efficacia ed
evitare complicanze».
Il
propranololo ha cambiato l’approccio. «Ormai è il farmaco di
prima scelta per il trattamento degli emangiomi infantili - continua
- sia per la sua efficacia che per la sicurezza. Certo, la sua
gestione richiede un’educazione terapeutica per prevenirne gli
effetti collaterali. Si ricorre ai corticosteroidi solo nei casi in
cui il propranolo è controindicato o nei pochissimi casi in cui non
risulta efficace. La durata del trattamento è ancora dibattuta,
alcuni lo consigliano per 6 mesi, altri sino al compimento dell’anno
di età. Al Bambino Gesù lo proseguiamo sino a un anno, come
suggerito dalle linee guida italiane della Sicav. Poi controlli
mensili. Spero di avere il prima possibile in Italia il farmaco in
soluzione pediatrica e con la specifica indicazione».
Sempre
al congresso di Parigi si è fatto il punto su un altro disturbo
cutaneo, la dermatite atopica. Assai diffusa, colpisce il 30% dei
bambini. Si presenta con lesioni eczematose croniche e ricorrenti, e
provoca un forte prurito. Una terapia locale è in grado di
ripristinare la barriera cutanea e la sua funzione alterata. Spiega
Metite Deleuran, dermatologo presso la clinica universitaria di
Aarus, in Danimarca: «È importante trattare la pelle di questi
bambini con prodotti emollienti. Secondo recenti ricerche,
applicando due volte al giorno una crema emolliente fin dalla nascita
si aiuta, in alcuni casi, a ritardare lo sviluppo della dermatite
atopica stessa. L’uso quotidiano di emollienti riduce poi la
necessità di usare corticosteroidi localmente».
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