Vivere in otto con duemila euro al mese

Prima assemblea delle famiglie “extra large” al Colle Don Bosco.
Il vescovo: “Siete un esempio”

Maria Teresa Martinengo

  Sono 1.110 le famiglie torinesi con almeno sette componenti, altre 2.397 ne hanno sei. Tanti figli significa tanta gioia, raccontano i coraggiosi genitori delle famiglie numerose, ma anche necessità di servizi e di aliquote «su misura». Perché se una caratteristica costante è la solidarietà interna e la sobrietà come stile, i problemi per far quadrare il bilancio non mancano.

  Diverse decine di famiglione extra large si sono ritrovate ieri al Colle Don Bosco per la prima assemblea del Nord Ovest dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (dai 4 figli in su):, un migliaio di iscritti in Piemonte. La giornata è filata via con la messa celebrata dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, il pranzo, un pomeriggio di giochi per i bambini e di confronto per gli adulti, presente Mario Sberna, il fondatore, oggi deputato di Scelta Civica con un valore aggiunto: dello stipendio da parlamentare tiene per sé i 2.500 euro della sua vita precedente (quando era amministratore del Seminario di Brescia e responsabile di una cooperativa), il resto la sua famiglia (5 figli) lo destina a chi ha bisogno.


  In poco tempo l’associazione è diventata un interlocutore autorevole per le istituzioni (anche se non proprio accontentato). «Ci occupiamo di auto aiuto, sollecitiamo attenzione da parte della società e dalla politica, ci scambiamo esperienze e un’amicizia che nasce subito perché condividiamo la stessa condizione di vita e gli stessi valori. Chiaro - dice Sberna - che non è casuale avere tanti figli e spesso prenderne in affidamento. Significa amare la vita. Poi, siamo convinti che i nostri figli, abituati alla generosità e alla solidarietà, siano preziosi per tutti».
  Vita pratica
  «Per poter vivere il più serenamente possibile - spiega Silvio Ribero, coordinatore regionale, 4 figli - ci occupiamo di trovare case vacanze a prezzi bassi, siamo organizzati in gruppi di acquisto, sosteniamo le famiglie in difficoltà, facciamo informazione sui nostri diritti tra i nuclei meno attrezzati».

  Paolo Tomaino, coordinatore per il Canavese, con la moglie Marzia ieri al Colle raccoglieva le adesioni al pranzo. «Abbiamo sei figli tra i 14 e i 2 anni, viviamo a Lusigliè in una casa che stiamo ristrutturando, io sono ingegnere - spiegava - e ho una piccola impresa, mia moglie dopo aver lavorato ora è a casa. Viviamo con duemila euro al mese e qualche aiuto dai nonni, i bambini non mangiano scuola: il costo diventerebbe insopportabile. I vestiti tra le nostre famiglie ce li siamo sempre passati e i bambini sono sempre vestiti bene. Con l’associazione, che nasce in ambito cattolico, ma è aperta a tutti, ai conviventi come ai musulmani, ci ritroviamo a sensibilizzare gli amministratori pubblici su Isee, Imu, Ici, Tasi. Cerchiamo equità, spieghiamo. Per esempio, che i nostri consumi ci portano in fascia alta, ma che se li dividi, ognuno di noi consuma meno di un single».


La stampa, 30 giugno 2014

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