Scienziati statunitensi hanno trovato il modo di aumentare le proprietà
anticancro e la durata di conservazione dei broccoli dopo la raccolta, facendoli diventare di fatto dei superbroccoli
Delle
proprietà anticancro delle crucifere, la famiglia di vegetali a cui
appartengono anche cavoli e broccoli, se n’è parlato più volte.
Così come sono già molte le evidenze che ne attestano questa
attività benefica per la salute. Ma, nonostante ciò, gli
scienziati ritengono si possa fare di più: per
esempio, disporre di super broccoli che abbiano ancora più proprietà
anticancro e che si conservino anche più tempo
del normale in
frigorifero.
Per dare corso alla loro idea, i ricercatori
dell’Università dell’Illinois hanno trovato il modo, del tutto
naturale ed economico, per produrre dei broccoli che combinino
maggiori benefici per la salute e si conservino
di
più.
Questi super broccoli non sarebbero dunque una sorta di
alimento Ogm creato per massimizzare la resa di raccolto, ma un
vero e proprio cibo funzionale con caratteristiche salutari
maggiorate con
la semplice applicazione combinata di due composti naturali estratti
dalle piante.
«Abbiamo scoperto i modi per aumentare
l’attività anticancro nei broccoli, ma il modo in cui l’abbiamo
trovato ha creato una situazione che provocherebbe un deterioramento
più rapido del prodotto dopo l’applicazione», spiega il dott.
Jack Juvik, autore principale dello studio, che sottolinea come il
prodotto fresco tenda a deteriorarsi in breve tempo,
e come già solo nel passaggio dal produttore al distributore si
perdano giorni preziosi.
«Se riuscissimo a trovare un modo per
prolungare l’aspetto, il gusto e il sapore per molto tempo dopo la
raccolta e mantenere le migliorate proprietà di promozione della
salute, sarebbe di grande interesse per i coltivatori», aggiunge
Juvik.
Per aumentare il potenziale anticancro dei broccoli, i
ricercatori hanno utilizzato del jasmonate metile (MeJA), un composto
vegetale non tossico prodotto naturalmente nelle piante, che hanno
poi spruzzato sui broccoli circa quattro giorni prima del raccolto.
Una volta applicato, il
MeJA avvia un processo nell’attività di un gene correlato con la
biosintesi dei glucosinolati (GS),
che sono composti che si trovano nel tessuto di broccoli e altre
verdure del genere brassica come il cavolfiore e il cavolo. E fin
qui, tutto bene. Se non fosse però che il processo indotto dal MeJA
invia anche segnali a una rete di geni che causano il rilascio di
etilene che, a sua volta, induce un rapido decadimento della pianta.
«Mentre
possiamo usare il MeJA per attivare sostanze fitochimiche come i
glucosinolati e aumentare
in modo eclatante l’abbondanza
di quegli utili composti anticancro – fa notare Juvik – MeJA
riduce anche la durata di conservazione dopo la raccolta».
Dopo
questa constatazione, i ricercatori hanno provato a utilizzare un
composto recentemente sviluppato l’1-metilciclopropene (1-MCP), che
ha dimostrato di interferire con le proteine recettoriali della
pianta, che sono recettori sensibili all’etilene. Questo composto è
stato poi applicato dopo la raccolta dei broccoli già trattati
anticipatamente con il MeJA.
Secondo
i ricercatori questa
combinazione dà buoni risultati,
rallentando o bloccando il processo di decadimento della pianta una
volta raccolta. Si ottiene così un duplice effetto: più sostanze
anticancro attive e maggiore conservabilità dei broccoli.
La
Stampa, 21 febbraio 2014
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