Qual è l’età giusta per la
prima vacanza da soli dei figli? Il distacco fa parte della formazione
(Per
genitori apprensivi)
di Fulvio Scaparro
Non c’è genitore che affiderebbe a
sconosciuti o sprovveduti i propri figli, ma una volta che tutte le precauzioni
sono state prese, padri e madri dovrebbero essere contenti che i loro figli
comincino a soddisfare il loro bisogno di autonomia e di avventura in un
ambiente sorvegliato. L’iperprotettività e l’idea che soltanto accanto ai loro genitori
i figli stiano al sicuro sono all’origine di tante difficoltà che i bambini
provano a staccarsi da casa. I figli non vanno forzati ad andarsene ma
preparati fin da piccoli a considerare l’autonomia e l’avventura come preziosi
valori che vengono prima sperimentati con i genitori, poi con gli amici e
infine anche
da soli. Questo non eviterà che piccoli e grandi avvertano la
reciproca mancanza, ma quando si è sicuri che la lontananza non significa
perdita, la nostalgia delle persone care non ci impedirà di muoverci e di
esplorare, certi come siamo che presto ci incontreremo di nuovo.
I genitori attenti, dunque, cureranno la
gradualità dei distacchi e noteranno che i tempi e i ritmi di maturazione non
sono uguali per tutti i bambini. Eviteranno quindi di spingere prematuramente i
piccoli a separarsi «perché tutti alla loro età sanno stare lontani dalla
famiglia». Rispettiamo i tempi dei bambini ma non dimentichiamo di far capire
loro che si cresce mettendosi alla prova, e la provvisoria separazione è una
delle prove principali.
Tutto questo riuscirà più facile se fin
dall’inizio avremo esplorato il mondo con loro, intendendo per mondo la nostra
strada, il nostro quartiere, un parco, e se avremo giocato con loro. Il gioco,
soprattutto all’aria aperta, è il modo migliore e più naturale per allenarsi
alla vita, perché prevede distacchi e unioni, sorprese, avventure e movimento.
Se, vivendo accanto a loro fin dall’inizio
della vita, saremo riusciti a conoscerci bene reciprocamente, sarà più semplice
capire, quando saranno più grandi, se sono pronti per la prima vacanza da soli.
Saranno loro stessi a chiederlo e noi avremo maggiori possibilità di concedere
il permesso a ragion veduta, perché hanno già fatto con noi un’esperienza
guidata di distacco dalla famiglia. Ecco perché è difficile individuare quale
sia l’età giusta per la prima prova di viaggio lontano da casa. Alcuni non sono
pronti a 15 anni, altri potrebbero provare già a 10 anni, se i genitori sono
sufficientemente sicuri della capacità dei figli di non scambiare l’avventura
con la temerarietà, di saper pensare con la propria testa, di non seguire
pedissequamente le regole del gruppo.
Più di questo, come genitori, non possiamo
fare: non elimineremo certo i rischi dalla vita dei nostri figli ma potremo,
nei limiti del possibile, minimizzarli. Le alternative, del resto, sono
entrambe perniciose: tenerli sotto le nostre ali senza farli crescere o non
dare loro né guida né esempio.
L’idea
che solo accanto a mamma e papà i bambini siano al sicuro è all’origine di
tante difficoltà
Si
cresce mettendosi alla prova e la momentanea separazione è una delle prove
principali per i ragazzi
Corriere della Sera, 15
Giugno 2013, pag, 49
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