Svezzamento


Sono cambiate negli ultimi anni le regole per abituare ai cibi solidi il bebè

Sessione al congresso dei pediatri Sip

Cominciare a circa 6 mesi consigli e tappe alimentari

Elvira Naselli

 
L’unico punto fermo è che per i primi sei mesi il latte materno è un alimento irrinunciabile e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, deve essere esclusivo. Per tutto il resto, quando introdurre alimenti solidi, quali, e come evitare il rifiuto del bambino, i consigli dei pediatri oggi sono un po’ cambiati, anche solo rispetto a qualche anno fa. E non è un caso che un’intera sessione dell’ultimo congresso bolognese della Sip, la Società italiana di pediatria, fosse proprio dedicata al cosiddetto divezzamento, o alimentazione complementare. E ai possibili rifiuti dei bambini: mai scoraggiarsi, tentare almeno 8-10 volte con piccoli assaggi.

  «Le raccomandazioni sono di introdurre alimenti diversi dal latte intorno ai sei mesi, mai prima dei quattro — precisa Silvia Scaglioni, pediatra esperta di nutrizione dell’università di Milano — e non oltre i sei mesi perché a quell’età il bambino ha bisogno di ferro, zinco e proteine che non trova a
sufficienza nel latte materno. I primi alimenti da introdurre sono carne, cereali meglio se fortificati di ferro, frutta e verdure, tutte tranne quelle a foglia larga per il rischio Nitrati, proponendole una per volta e non frullandole insieme, per abituare i bambini ai singoli gusti. Tra i cereali, è preferibile introdurre il glutine durante l’allattamento al seno per diminuire il rischio di sviluppare allergie. Le carni possono essere proposte tutte, in omogeneizzato, o, in alternativa, 20 grammi di formaggio e 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva. La frutta, mela o banana per esempio, va schiacciata o frullata».

  A 7 mesi c’è l’esordio di legumi e pesce. «Consiglio di utilizzare tutti i legumi, inizialmente meglio
omogeneizzati, e pesci di piccole dimensioni — continua Scaglioni — per evitare contaminazioni da accumulo. Eviterei quelli di fondale, come sogliole o platesse, preferendo quelli ricchi di omega 3, come sgombro, acciuga o salmone. A 10-11 mesi arriva il tuorlo, ad un anno l’uovo intero. Senza esagerare con le dosi: ad ogni pappa si usa mezzo vasetto di omogeneizzato. Importante anche il movimento, a terra con i giocattoli: i bambini che si muovono di più so no più intelligenti».

  Attenzione agli alimenti non destinati ai più piccoli, che non rispondono alle norme di legge sui baby food, come l’assenza di pesticidi e Ogm. «È fondamentale una gradualità nel periodo del divezzamento — spiega Giuseppe Morino, responsabile Educazione Alimentare del Bambino Gesù di Roma — così come la scelta degli alimenti: non basta avere un formato adatto ai bambini, nei prodotti non specifici ci sono rischi più elevati di tossine. Attenzione anche ad alimenti comunemente utilizzati dai bambini, come i formaggini: se hanno i polifosfati non sono adatti sotto i due anni. Inoltre evitare sale e zucchero in pappe e frutta, e le tisane: i bambini devono bere solo acqua, evitando succhi di frutta, o tè». Che possono essere utilizzati — raccomanda Scaglioni — «solo come trasgressione una o due volte alla settimana».

la Repubblica, 21 maggio 2013, pag, 35

  

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