I dati Pericoli da
sovra dosaggio di fluoro solo in condizioni particolari
In Italia non fanno correre rischi ai bambini
La profilassi è utile se
condotta con intelligenza
di Roberta Villa
I genitori sono confusi: il pediatra consiglia pastigliette o goccine di fluoro per prevenire la carie nei loro bambini, ma su Internet leggono che il supplemento è un prodotto di scarto dei processi industriali, può ritardare lo sviluppo intellettivo, provocare danni alle ossa e perfino tumori.
Le fonti di chi mette in guardia contro i
presunti pericoli della profilassi sono apparentemente attendibili, perché
chiamano in causa documenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sui
rischi dell'eccesso di fluoro nelle acque. Dall'altra parte, però, ci si
appella alle Linee guida del ministero della Salute, che consigliano la
profilassi fino a 3 o anche 6 anni,
«È una questione di dosi — risponde la
pediatra milanese Marina Picca, che ha rassicurato i genitori sul blog di
Corriere.it, I dubbi di mamma e papà —. Un giusto apporto di fluoro rinforza lo
smalto e ostacola la crescita dei batteri che provocano la carie, mentre
assumerne cronicamente una quantità eccessiva può provocare macchie bianche o
scure sui denti (fluorosi dentale) o, a livelli ancora superiori, portare a
conseguenze più gravi, soprattutto a carico delle ossa (fluorosi scheletrica)».
Evenienza, questa, tipica di zone in cui i livelli di fluoro nelle acque
(misurati in mg/L o con la dicitura equivalente di ppm, parte per milione) sono
anche 10-30 volte superiori a quelli consentiti in Europa e dove è difficile
accedere ad altre risorse idriche più sicure.
È questo il fenomeno che preoccupa l'Oms, e
sul quale l'organizzazione internazionale ha voluto richiamare l'attenzione.
«Nulla a che vedere né con i supplementi consigliati laddove, come nella
maggior parte delle regioni italiane, l'apporto del minerale nell'acqua è
ampiamente sotto i limiti previsti, né con il dibattito sull'aggiunta di
fluoro
all'acqua potabile, prassi mai introdotta in Italia» rassicura Maurizio Bonati,
responsabile del Dipartimento di salute pubblica dell'Istituto Mario Negri di
Milano.
Sono quasi tutti condotti in Cina, per
esempio, i 27 studi riesaminati recentemente dagli esperti della Harvard Public
School of Health, i cui risultati, pubblicati l'estate scorsa sulla rivista
Environment Health Perspectives, hanno rinfocolato timori e polemiche: dall'analisi
dei dati emerge infatti che i bambini esposti ad alti livelli di fluoro
avrebbero in media un quoziente intellettivo leggermente inferiore a quello di
chi vive in zone dove l'acqua è meno ricca di questo elemento.
Gli studi però non danno una definizione
univoca di quel che si intende per livelli "alti" o "bassi"
di fluoro nelle acque: nei casi in cui erano definiti alti, arrivavano fino a
11,5 mg/L, quasi 10 volte il limite di 1,5 mg/L fissato dalla normativa
europea. «Una situazione non paragonabile all'esposizione cui vanno incontro i
bambini italiani, per quanti supplementi possano prendere» conferma Bonati.
«È anche vero però che non è mai stata
definita con certezza una soglia considerata assolutamente sicura» interviene
Maurizio Pedone, odontoiatra di Saronno, in provincia di Varese, fondator e del
sito www.amicodentista.com. In effetti, recentemente, anche negli Stati Uniti,
il Department of Health and Human Services (Hhs) e l'Environmental Protection
Agency (Epa) hanno abbassato il livello massimo raccomandato di fluoro
nell'acqua potabile a 0,7 mg/L. «Questo perché in alcuni studi sono stati
segnalati possibili rischi anche per concentrazioni che si avvicinano a quelle
consentite» spiega Pedone.
«Se ci fossero in Italia anche solo pochi casi sospetti, ci porremmo il
problema — obietta Laura Strohmenger, docente di Odontoiatria e protesi
dentaria all'Università Statale di Milano e referente del Centro di
collaborazione per l'epidemiologia orale e l'odontoiatria di comunità
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità —. Nella realtà non c'è nessun
riscontro di questi ipotetici rischi».
L'unico studio che aveva suggerito un
possibile legame tra l'aggiunta di fluoro alle acque potabili e il cancro,
condotto negli anni Settanta ma rispolverato continuamente da chi si oppone
alla supplementazione, non aveva tenuto conto del fatto che le città in cui
veniva preso questo provvedimento erano anche quelle più industrializzate, e
quindi soggette ad altri fattori di rischio, e non è mai stato confermato in
seguito. Anche il sospetto che il fluoro possa favorire lo sviluppo di un raro
tumore osseo dell' infanzia, l'osteosarcoma, riecheggia in Rete, ma non ha mai
trovato un riscontro obiettivo.
«Sembra eccessiva pure la preoccupazione di
possibili intossicazioni acute da dentifricio o supplementi — intervie ne la
pediatra Marina Picca —.Perché si verifichino nausea, vomito, dolori gastrici,
diarrea, bisognerebbe che il bambino ingerisse contemporaneamente almeno 200 mg
di fluoro (corrispondenti a 400 compresse da 0,5 mg o a qualche migliaio di
gocce)». Per ottenere lo stesso risultato con il dentifricio, un bambino
dovrebbe ingerire il contenuto di due interi tubetti di un prodotto per adulti.
Più realistica è l'eventualità che il piccolo
introduca cronicamente piccole quantità di dentifrici formulati per l'infanzia:
un po' accidentalmente, per la difficoltà di sciacquare bene la bocca quando si
lavano i denti, un po' volontariamente, a causa del buon sapore di questi
prodotti. «Su questo devono stare attenti i genitori, — raccomanda la pediatra
— senza lasciare ai bambini piccoli l'uso autonomo del dentifricio. Per evitare
eccessi, se si fa la profilassi con gocce o pastiglie, fino a 3 anni sarebbe
meglio lavare i denti senza dentifricio o scegliere dentifrici senza fluoro».
Questi prodotti tuttavia non sono facili da trovare e non hanno in genere un
buonsapore. «Nei primi anni si possono anche spazzolare molto bene i dentini
solo con acqua — riprende la pediatra —. Quando poi si passa ai prodotti fluorati
per l'infanzia, è bene comunque metterne sullo spazzolino una quantità
equivalente alla misura di una lenticchia».
Ma non c'è contraddizione tra la prescrizione
di supplementi di fluoro ai bambini e la ricerca di paste dentifricie che ne
sono prive? «No, perché in questo modo possiamo controllare in modo più
accurato la dose che somministriamo soprattutto ai più piccoli, maggiormente
esposti al rischio di sovradosaggio per assunzione accidentale o per ingestione
eccessiva legata al fatto che non sono in grado di sciacquare bene la bocca»
risponde la pediatra.
Un rischio, quello di assumere troppo fluoro,
che comunque resta remoto: secondo le Linee guida del ministero della Salute, a
5 anni, per sviluppare fluorosi, sarebbe necessario ingerire per lunghi periodi
circa la metà del contenuto di un tubetto di dentifricio per bambini. Troppo
anche per i più golosi.
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