Ulipristal, abortivo ma non diciamolo

di Tommaso Scandroglio

 
I ricercatori dell’Università di Padova Bruno Mozzanega, Erich Cosmi e Giovanni Battista Nardelli hanno pubblicato di recente sulla rivista internazionale Trends in pharmacological sciences l’articolo «Ulipristal acetate in emergency contraception: mechanism of action» che indaga sugli effetti del principio attivo conosciuto come Ulipristal acetato (Upa) contenuto nella pillola EllaOne.

  In merito agli effetti contraccettivi, lo studio mette in evidenza che più ci si avvicina al momento dell’ovulazione meno l’Upa è efficace nel ritardare la stessa: solo l’8% di efficacia se la EllaOne viene assunta ad esempio due giorni prima dell’ovulazione, stessa efficacia che avrebbe un preparato placebo. In realtà, spiegano i ricercatori, la grande efficacia dell’Upa è nei suoi effetti abortivi. L’Upa inibisce i recettori per il progesterone impedendo così che l’embrione possa annidarsi sulla parete uterina.

  E questo effetto persiste fino al successivo flusso mestruale. Ciò significa che tutti i concepimenti che si verificherebbero in questo lasso di tempo potrebbero tradursi in aborti. Questi e altri dati vengono taciuti dall’Oms, dalle principali agenzie internazionali del farmaco, dalle società scientifiche e naturalmente dalla Hra Pharma, l’azienda produttrice della EllaOne.


Avvenire, 4 aprile 2013, pag, 373

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