Internet sta abituando i più piccoli a un mondo senza prospettiva
E gli
toglie la possibilità di capire la complessità attraverso un
percorso di semplicità
di Roberto Cotroneo
Quanti bambini oggi sanno prendere un foglio
e piegarlo fino a trasformarlo in un aereo di carta, o in una barchetta?
Probabilmente pochi. Un tempo era un gioco facile, un gioco materiale: era
l’utilizzo delle cose intorno che sapevano diventare qualcosa d’altro. Da
bambino ho provato tutte le varianti di aerei, qualcuno volava bene, altri,
quelli che sulla carta, diciamo così, sembravano i più aerodinamici, i più
promettenti, si schiantavano sul pavimento della mia stanza senza speranza di
un volo di neppure tre secondi.
Gli aeroplani e le barchette di carta sono
una pratica antica che ha a che fare con gli origami e con lo shintoismo, la
religione del Giappone. E gli origami non sono solo barchette e aerei, ma tutto
quello che vediamo attorno: animali, oggetti della nostra vita, fiori e piante,
di varie dimensioni. Sono complessi gli origami alle volte, e chiedono una
mente duttile, immaginifica, sorprendente. Fare di qualcosa un qualcosa d’altro
è strepitoso, soprattutto quando si parte da un elemento semplice: un foglio,
un normalissimo foglio di carta.
Oggi abbiamo il problema opposto. Il mondo
digitale ci mostra la barchetta già piegata, l’aereo che vola meglio preparato
per noi da un team di persone che non conosciamo e di cui non sapremo mai
nulla. Sono i nomi di quei signori che appaiono quando apriamo un programma del
nostro computer. E più il programma è complesso più l’elenco dei nomi sarà
lungo. Gente che scrive software, che disegna layout, che fa cose che neppure
immaginiamo, e ci permette di essere come dei bambini con una barchetta già fatta,
con un aeroplano di carta capace di volare.
Il web ci sta abituando, e sta abituando i
bimbi, a un mondo a due dimensioni. A un mondo senza prospettiva.
E ci toglie
la possibilità di capire la complessità attraverso un percorso di semplicità.
Se imparo a fare una barchetta di carta, imparerò anche a pensare le cose che
non ci sono, diventerò qualcuno che poi inventa un elefante di carta, dei fiori
di carta. Tutto questo devo farlo nello spazio fisico, nelle tre dimensioni, con
una manualità, con un pensiero che elabora la semplicità e la trasforma in
prodigio.
Nell’antichità fino al medioevo la Terra era
piatta. Era piatto anche il cielo. Tutto era come lo schermo di un computer,
tutto come un film visto al cinema. La curvatura della terra è arrivata dopo, e
con la Terra sferica è arrivato anche il tempo curvo. Abbiamo imparato che la
complessità è una risorsa quando è un cammino, quando porta conoscenza. Una
conoscenza che si accumula passo dopo passo e cambia la nostra mente. Il web ci
porta a una conoscenza piatta, ortogonale, senza profondità, senza manualità,
se non quella di usare un mouse o un touch con movimenti che sono sempre gli
stessi.
CODICI
INFORMATICI. I nostri bambini si eccitano a mettere gli occhialini per il
3D al cinema. L’ultima invenzione, quella che regala emozioni di verità ancora
maggiori rispetto al cinema tradizionale. Sembrerà di essere davvero tra le
montagne rocciose, o tra i grattacieli di Manhattan. Sembrerà un mondo che
prende profondità, che ha prospettiva, e che si muove in diverse direzioni.
Solo che non sappiamo più piegare quel foglio di carta che si trasforma
nell’aereo. Sappiamo solo usare l’aereo. Ma abbiamo dimenticato che la terra è
curva. E che le coscienze non sono piatte, e che non sono piatte neppure le passioni,
le intuizioni. Abbiamo nascosto la complessità sotto il tappeto, un tappeto di
codici informatici che servono a scrivere i software che simulano vite e
riproducono gli origami, per intenderci. E stiamo simulando il reale in un
virtuale che cerca di sostituirsi completamente al nostro stare nel mondo.
Un’insegnante di scuola materna mi ha detto
che i bambini non sanno maneggiare una saponetta. Bisogna rotolarla tra le
mani. Nelle scuole il dispenser è più igienico. Anche lui, ortogonale:
schiacci, e scende il sapone. Un movimento, semplice, come quello di un mouse.ß
Ricchezza
vitale
Le coscienze non sono piatte e non sono
piatte neppure le passioni, le intuizioni.
26 aprile 2013
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