La prevenzione comincia
durante la gravidanza, consigliati poi almeno sei mesi di allattamento
di Ester Maria Lorido
Un’insidia all’ombra degli alberi in fiore:
l’allergia. A differenza di quanto si potrebbe immaginare, i piccoli allergici
sono tutt’altro che una nicchia. Al contrario, si rivelano in costante aumento.
In Italia, ne soffre il 20% under dieci, mentre negli anni ‘90 si parlava del
7%. «Una combinazione di cause ereditarie e ambientali agisce sul nostro
sistema immunitario, modificandolo - spiega Daniele Ghiglioni pediatra
allergologo e dirigente al Fatebenefratelli di Milano presso l’ospedale
Macedonio Melloni - cioè inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze
generalmente innocue, come per esempio i pollini».
Anche se l’inverno e l’influenza sono alle
spalle, quindi, nessuno starnuto, naso gocciolante, colpo di tosse,
arrossamento d’occhi o prurito va trascurato, perché potrebbe essere un
campanello d’allarme. Questi sintomi, apparentemente innocui e temporanei,
possono in alcuni casi complicarsi con un problema clinico più importante.
Quello dell’asma.
Stile
di vita
Ad essere colpevole
dell’impennata di allergie degli ultimi anni è la combinazione di alcuni
fattori tipici delle condizioni e stili di vita occidentali. A cominciare
dall’inquinamento, responsabile dell’aumento della produzione di pollini nelle
città, dove la maggiore permanenza dell’ozono modifica il ciclo vitale delle
piante.
Cari costano al bambino anche affaticamento,
cattiva alimentazione e stress psicologici quali il mutamento della composizione
familiare. Sbaglia chi punta il dito soltanto sulla predisposizione genetica,
che «svolge un
ruolo importante – spiega Salvatore Barberi, pediatra
pneumo-allergologo dell’ospedale San Paolo di Milano – ma non tale da
giustificare da sola un incremento così repentino delle malattie allergiche».
Per evitare che le allergie diventino un vero
e proprio peso sui polmoni, i pediatri della Sipps (Società italiana di
pediatria preventiva e sociale) hanno stilato un elenco di semplici regole da
seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita. Oltre a
smettere di fumare ed evitare il fumo passivo, bisogna cercare di contenere
l’esposizione all’inquinamento ambientale e non sottoporsi a situazioni di
stress. Le neomamme devono poi ridurre al minimo il ricorso ad alcuni farmaci,
come antiacidi, paracetamolo e antibiotici. Infine, raccomandano i pediatri, è
necessario favorire per almeno sei mesi l’allattamento al seno, che ha un ruolo
fondamentale non solo per lo sviluppo del bambino, ma anche per la prevenzione
delle allergie.
L’alibi
dell’igiene
Niente scuse per i genitori tentati di
saltare le pulizie di primavera pensando che, in fondo, troppa igiene
indebolisca le difese immunitarie dei bimbi e spiani la strada ad asma e
allergie. L’alibi, avvertono gli scienziati, non regge più. Dopo quasi 25 anni,
infatti, la cosiddetta “teoria dell’igiene” avanzata nel 1989 sembra crollare
sotto i colpi della ricerca.
Il
pericolo asma
Un nuovo studio, condotto dalla Southhampton
university britannica, monitorando le condizioni di salute di 120 giovani nati
23 anni fa, smentisce l’ipotesi che il boom di malattie allergiche e disturbi
asmatici possa essere legato alla mancata esposizione ai fattori scatenanti
(allergeni) durante la prima infanzia. Anzi: nei bambini che nel primo anno di
vita sono stati tenuti lontani dai comuni allergeni (dagli acari della polvere
fino agli alimenti a rischio) hanno una probabilità dimezzata di diventare
asmatici entro i 18 anni.
Gli
esami
«La teoria secondo cui l’esposizione ai germi
è cruciale per la regolazione del sistema immunitario è corretta - spiega Sally
Bloomfield dell’istituto inglese - Ma non regge l’idea che i bimbi che
sviluppano meno infezioni perché vivono in case più pulite siano per questo più
a rischio di sviluppare asma e allergie». Bastano alcuni semplici esami sulla
cute e nel sangue per individuare l’allergene responsabile dei sintomi. Con il
Prick test viene valutato l’effetto che scatena sulla pelle il contatto con
piccole quantità dei più comuni allergeni, mentre un valore elevato delle
Immunoglobuline E (IgE) indicherà la presenza di un “temperamento” allergico.
Il pediatra potrà anche prescrivere il Rast test, che evidenzia la presenza di
eventuali anticorpi verso i pollini.
Divani
e poltrone sempre puliti
È bene ridurre la presenza
di arredi in casa e lavare frequentemente divani e poltrone. Opportuno evitare
i tendaggi pesanti, la moquette e i tappeti
Contro
gli acari acqua a 60 gradi
Lavaggi frequenti e
materiali speciali per i cuscini e i materassi. In lavatrice alte temperature
(oltre i 60 gradi) per eliminare gli acari
Nei
primi mesi occhio ai farmaci
Durante la gravidanza e nei
primi mesi di vita del bambino usare soltanto se prescritti dal medico farmaci
come antiacidi, paracetamolo e antibiotici
Il Messaggero, 3 aprile 2013
molto interessante grazie
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