Allergie, allarme bimbi

In aumento gli under dieci che presentano questo disturbo: uno su 5, mentre nel ’90 erano il 7%

La prevenzione comincia durante la gravidanza, consigliati poi almeno sei mesi di allattamento

di Ester Maria Lorido

Un’insidia all’ombra degli alberi in fiore: l’allergia. A differenza di quanto si potrebbe immaginare, i piccoli allergici sono tutt’altro che una nicchia. Al contrario, si rivelano in costante aumento. In Italia, ne soffre il 20% under dieci, mentre negli anni ‘90 si parlava del 7%. «Una combinazione di cause ereditarie e ambientali agisce sul nostro sistema immunitario, modificandolo - spiega Daniele Ghiglioni pediatra allergologo e dirigente al Fatebenefratelli di Milano presso l’ospedale Macedonio Melloni - cioè inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze generalmente innocue, come per esempio i pollini».

 
Anche se l’inverno e l’influenza sono alle spalle, quindi, nessuno starnuto, naso gocciolante, colpo di tosse, arrossamento d’occhi o prurito va trascurato, perché potrebbe essere un campanello d’allarme. Questi sintomi, apparentemente innocui e temporanei, possono in alcuni casi complicarsi con un problema clinico più importante. Quello dell’asma.

Stile di vita

Ad essere colpevole dell’impennata di allergie degli ultimi anni è la combinazione di alcuni fattori tipici delle condizioni e stili di vita occidentali. A cominciare dall’inquinamento, responsabile dell’aumento della produzione di pollini nelle città, dove la maggiore permanenza dell’ozono modifica il ciclo vitale delle piante.
  Cari costano al bambino anche affaticamento, cattiva alimentazione e stress psicologici quali il mutamento della composizione familiare. Sbaglia chi punta il dito soltanto sulla predisposizione genetica, che «svolge un
ruolo importante – spiega Salvatore Barberi, pediatra pneumo-allergologo dell’ospedale San Paolo di Milano – ma non tale da giustificare da sola un incremento così repentino delle malattie allergiche».

  Per evitare che le allergie diventino un vero e proprio peso sui polmoni, i pediatri della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) hanno stilato un elenco di semplici regole da seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita. Oltre a smettere di fumare ed evitare il fumo passivo, bisogna cercare di contenere l’esposizione all’inquinamento ambientale e non sottoporsi a situazioni di stress. Le neomamme devono poi ridurre al minimo il ricorso ad alcuni farmaci, come antiacidi, paracetamolo e antibiotici. Infine, raccomandano i pediatri, è necessario favorire per almeno sei mesi l’allattamento al seno, che ha un ruolo fondamentale non solo per lo sviluppo del bambino, ma anche per la prevenzione delle allergie.

L’alibi dell’igiene

  Niente scuse per i genitori tentati di saltare le pulizie di primavera pensando che, in fondo, troppa igiene indebolisca le difese immunitarie dei bimbi e spiani la strada ad asma e allergie. L’alibi, avvertono gli scienziati, non regge più. Dopo quasi 25 anni, infatti, la cosiddetta “teoria dell’igiene” avanzata nel 1989 sembra crollare sotto i colpi della ricerca.

Il pericolo asma

  Un nuovo studio, condotto dalla Southhampton university britannica, monitorando le condizioni di salute di 120 giovani nati 23 anni fa, smentisce l’ipotesi che il boom di malattie allergiche e disturbi asmatici possa essere legato alla mancata esposizione ai fattori scatenanti (allergeni) durante la prima infanzia. Anzi: nei bambini che nel primo anno di vita sono stati tenuti lontani dai comuni allergeni (dagli acari della polvere fino agli alimenti a rischio) hanno una probabilità dimezzata di diventare asmatici entro i 18 anni.

Gli esami

  «La teoria secondo cui l’esposizione ai germi è cruciale per la regolazione del sistema immunitario è corretta - spiega Sally Bloomfield dell’istituto inglese - Ma non regge l’idea che i bimbi che sviluppano meno infezioni perché vivono in case più pulite siano per questo più a rischio di sviluppare asma e allergie». Bastano alcuni semplici esami sulla cute e nel sangue per individuare l’allergene responsabile dei sintomi. Con il Prick test viene valutato l’effetto che scatena sulla pelle il contatto con piccole quantità dei più comuni allergeni, mentre un valore elevato delle Immunoglobuline E (IgE) indicherà la presenza di un “temperamento” allergico. Il pediatra potrà anche prescrivere il Rast test, che evidenzia la presenza di eventuali anticorpi verso i pollini.

Divani e poltrone sempre puliti

È bene ridurre la presenza di arredi in casa e lavare frequentemente divani e poltrone. Opportuno evitare i tendaggi pesanti, la moquette e i tappeti

Contro gli acari acqua a 60 gradi

Lavaggi frequenti e materiali speciali per i cuscini e i materassi. In lavatrice alte temperature (oltre i 60 gradi) per eliminare gli acari

Nei primi mesi occhio ai farmaci

Durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino usare soltanto se prescritti dal medico farmaci come antiacidi, paracetamolo e antibiotici

Il Messaggero, 3 aprile 2013

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