La legge 40 torna alla
Consulta
di Cosimo Colasanto
Chi desidera un figlio e ricorre alla
procreazione assistita può arrivare a pagare fino a 15.600 euro in Lombardia,
il doppio di quanto viene chiesto in Emilia Romagna, 6.900 euro.
La media
nazionale invece si aggira intorno ai 12.300. Secondo i dati che emergono da
una indagine della commissione d'inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari,
tanti, troppi soldi, se si tiene conto anche che il rimborso medio nazionale
corrisposto dalle Asl delle diverse regioni è pari a 1.934 euro. Alla
situazione a “macchia di leopardo”, si aggiunge la confusione per le coppie
generata dall'applicazione della legge 40, di nuovo rinviata alla Corte
Costituzionale su decisione del Tribunale di Firenze.
È la quinta volta che la legge sulla
Procreazione medicalmente assistita torna di fronte al giudice delle leggi. Il
caso è stato sollevato nuovamente a partire dal ricorso di una coppia
portatrice di una malattia genetica, che ha rifiutato l'impianto di embrioni
malati o non testabili chiedendo che vengano appunto impiegati per la ricerca.
''Per tre volte - spiega l'avvocato Gianni Baldini, che ha seguito la coppia
dal cui ricorso è derivata la decisione del tribunale di Firenze - la legge 40
è stata rinviata alla Consulta per dubbi di legittimità costituzionale in
merito alla questione del numero degli embrioni impiantabili.
Successivamente,
con la sentenza numero 151, la Consulta ha infine stabilito l'illegittimità
costituzionale della legge 40 nella parte che prevedeva il numero massimo di
tre embrioni producibili e il loro impianto
contemporaneo”. Si tratta di un passaggio molto atteso, dopo
la bocciatura, nei mesi scorsi, della legge 40 da parte della Corte Europea dei
diritti umani, che l'ha giudicata “incoerente”. Sentenza contro la quale il
Governo italiano ha presentato ricorso.
IL Sole 24 ORE, 13 dicembre
2012 pag,
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