Mentre in Italia tutto tace,
all’estero è scoppiato un vero allarme sanitario
Quelle di 3ª e 4ª
generazione sono pericolosissime
di Simonetta Scarane
Nessuno osava parlarne, ma
la denuncia di Marion Larat ha dato la stura. E in Francia è scoppiato lo
scandalo sulla pericolosità della pillola di 3ª e 4ª generazione a basso
dosaggio di estrogeni, e per questo non fa ingrassare e né aumenta la
ritenzione idrica. Raddoppia, però, i rischi di trombosi venose e provoca
embolie, anche mortali. Marion, 25 anni, invalida al 65%, ha denunciato, un
mese fa, la Bayer e l’Agenzia nazionale della sicurezza del farmaco per
«attentato involontario all’integrità della persona umana». L’ accusa, come ha
riportato le Nouvel Observateur, è di non aver sottolineato sufficientemente
gli effetti collaterali del contraccettivo orale e di non aver raccomandato
tutti gli esami necessari prima di amministrare la pillola a donne con problemi
di coagulazione.
I medici dovrebbero prescriverla soltanto in
casi particolari, a chi non tollera quella di seconda generazione, e solo dopo
aver sottoposto le pazienti ad accertamenti preventivi per scoprire l’esistenza
di eventuali patologie vascolari e circolatorie che ne vietano l’utilizzo. La
giovane Marion studiava con successo fino a quando l’ictus l’ha resa incapace
di parlare e di camminare in maniera normale. A provocarlo è stata Meliane, la
pillola anti contraccettiva di terza generazione, come certificato dalla
Commissione per l’indennizzo delle vittime dei farmaci, con sede a Bordeaux. La
ragazza non avrebbe mai dovuto prendere questa pillola a causa dell’anomalia
genetica di coagulazione che non sapeva
di avere, ma che ha scoperto soltanto dopo l’infortunio. La battaglia legale di Marion Larat ha acceso
un faro sulla pericolosità delle pillole anticoncezionali di terza e quarta
generazione e sulle conseguenze, anche mortali, che possono provocare.
In Francia lo scandalo della «nuova pillola»
tiene banco sui media, mentre in altri paesi tutto tace. Le Mondeha realizzato
un’inchiesta raccontando, con nomi e cognomi, storie di malattie e di morti
dovute ai nuovi contraccettivi orali. Pierre Markarian, presidente
dell’Associazione vittime delle embolie polmonari, ha raccontato di aver perso
la figlia Theodora, 17 anni, nel
2007, proprio per embolia polmonare provocata
dall’assunzione, per due mesi, di Mercilon, pillola di terza generazione.
L’inchiesta di Le Monde ha scoperchiato il vaso di Pandora. E lo scandalo ha
sollevato un gran polverone, tanto da far intervenire il ministro per la
salute. Marisol Touraine ha chiesto alla Ue misure per limitare diffusione e
prescrizioni della pillola di 3ª generazione in Francia. Inoltre, ha annunciato
che chiederà all’Agenzia europea del farmaco (Ema) la revisione, in senso
restrittivo, delle autorizzazioni alla commercializzazione di questi
contraccettivi orali. Una scommessa perché proprio l’Ema ha fatto sapere di non
avere elementi sulla sicurezza della nuova pillola tali da fargli cambiare la posizione iniziale.
Tuttavia il raddoppio dei
rischi di trombosi venose provocate dall’assunzione, per più di cinque anni, di
questi contraccettivi di nuova generazione erano noti da tempo, secondo il
ministro Touraine. A più riprese, dal 1995, il quotidiano Le Figaro, aveva
denunciato il paradosso di questi contraccettivi più cari e più prescritti,
quando, invece, dovrebbero essere utilizzati soltanto in casi particolari.
L’Alta Autorità francese della salute (Has) ha declassato, a settembre, la
pillola di 3ª e 4ª generazione a un
livello insufficiente che potrebbe indurre il ministro Touraine a eliminarla dai
farmaci rimborsabili dal servizio sanitario pubblico dove le aveva inserite il
suo predecessore, Roselyne Bachelot, nel 2009, in alternativa per chi non
tollerava la pillola di 2ª generazione,
in commercio. E che dovrebbe continuare a essere prescritta in prima battuta,
secondo l’ex ministro Bachelot. E questo, ora, pare, stia diventando un
pensiero condiviso.
Italia Oggi, 16
gennaio 2013, pag, 13
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