L’eleganza di difendere i sogni dei bambini

Il difficile futuro dei nostri figli

Il guardaroba non basta: ai vestiti si accompagni l’educazione

di Gianni Bertasso

  Il bimbo, gli adulti, il mondo: un trinomio che si fa sempre più difficile per uno dei suoi componenti, il bimbo appunto, che con gli adulti e il mondo in generale si trova malgrado tante parole raramente a suo agio, anche quando sembrerebbe starci bene. I motivi? Due, antitetici e paradossalmente simili nelle loro conseguenze sulla vita del bambino: il benessere e la povertà. Il benessere produce bambini grassi e teledipendenti, la povertà produce bambini denutriti e insidiati. L'equilibrio tra l'una e l'altra sembra utopistico. Tra i problemi posti dal benessere nei confronti del fanciullo, uno riguarda quella sorta di bulimia silenziosa consumata secondo il denaro di cui il bambino dispone. Per frenare questa obesità incoraggiata, a New York si sta sperimentandola TV a pedali, inmodo che il bambino sia costretto, muovendosi per guardare lo schermo, a dimagrire fisicamente, ingrassando però il cervello con programmi idioti o vietati.

  L'altro problema del binomio bambino-vita è quello dell'indigestione televisiva, altra bulimia pericolosa. I dati
parlano chiaro: il settanta per cento dei bimbi dai tre ai dieci anni guarda la televisione da due a quattro ore al dì. Una teledipendenza capace di imprimere nell'età più ricettiva e delicata, immagini e comportamenti estranei al sano concetto di educazione del bambino. Non è perciò fuori luogo la domanda: gli adulti pensano seriamente ai bambini? C'è qualcosa che possa farci ritenere che esista
tra le meraviglie materiali del mondo globale anche un mondo del pensiero razionalmente costruito per loro? Perché mai non si parla anche di «qualità» della vita del bambino, a partire proprio dai prodotti che egli consuma di più? Speranza e concretezza del nostro futuro, il bambino dovrebbe essere protagonista di quel nuovo mondo che l'ipocrisia degli adulti progetta a parole sapendo che i fatti non seguiranno mai.

  E così, tra agenzie internazionali di viaggi specializzati per pedofilie bambini lavoratori e schiavizzati, sino ai bimbi più ricchi e viziati con accesso a siti e ai programmi più violenti e diseducativi, continua a svilupparsi l'idea rassegnata di un futuro difficile e duro per chi adesso è bimbo e domani sarà uomo. La sgangherata carretta dei sogni irrealizzabili è carica di sprechi e in giustizia a danno dei più piccoli. Bambini vestiti bene, con guardaroba, questi sì, pensati e realizzati con amore. Ma basta un bambino elegante per farci credere che i genitori e la società lo vogliono anche «educare»?

il Giornale, 17 gennaio 2013, pag, 24

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