di Silvia Soligon
I bimbi sbadigliano già quando sono ancora
nel pancione. E' stato un gruppo di ricercatori britannici, guidati da Nadja
Reissland dell'Università di Durham, a distinguere questi sbadigli da altri più
semplici movimenti della bocca, scoprendo che alla ventiquattresima settimana
di gestazione più della metà dei movimenti delle labbra sono veri e propri
sbadigli. A partire dalle 28 settimane di gravidanza il loro numero diminuisce,
ma secondo i risultati riportati dalla rivista PLoS One, la frequenza con cui
il piccolo sbadiglia nelle fasi precedenti potrebbe essere utilizzata per
rilevare il suo corretto sviluppo.
Lo studio ha previsto il monitoraggio di 8
femmine e 7 maschi con un tipo di ecografia di ultima generazione – detta 4D –
che visualizza l'immagine tridimensionale del bambino in movimento nel grembo
materno in tempo reale. L'analisi è stata condotta a 24, 28, 32 e 36 settimane
di gestazione. Gli sbadigli sono stati distinti dagli altri movimenti della
bocca in base al tempo necessario per raggiungere l'apertura massima della
bocca, che nel caso degli sbadigli corrisponde a più del 50% del tempo totale.
In realtà l'importanza e la funzione di
questi movimenti non è ancora stata chiarita. Alcuni esperti hanno ipotizzato
che gli sbadigli possano essere importanti sia prima che dopo la nascita per lo
sviluppo della cartilagine nell'articolazione temporo-mandibolare. Non mancano,
però, neppure le ipotesi secondo cui lo sbadiglio avrebbe una funzione
comunicativa. Da parte sua, Reisslanda ha sottolineato che “gli sbadigli dei
feti non sono contagiosi, non sbadigliano nemmeno perché sono assonnati.
Piuttosto, la frequenza degli sbadigli nell'utero potrebbe essere correlata
alla maturazione del cervello dipendente dall'attività nelle fasi precoci della
gestazione”.
Il Sole 24 ORE, 23 novembre 2012, pag,
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