Le indicazioni e le linee guida nei pazienti pediatrici: non
va abbassata ad ogni costo, è solo un sintomo. La questione del dosaggio in
base al peso e non relativamente all’età.
Allarmi e avvertenze per un
uso appropriato. Un aumento nelle vendite che ha coinciso con maggiori reazioni
avverse
Febbre
Tina Simonello
Non è una malattia, ma il segno di una
malattia. Eppure la febbre spaventa i genitori. Specialmente i neo-genitori,
per definizione poco avvezzi alla gestione di un sintomo che in Italia è
responsabile da solo del 50 per cento degli accessi nei Dea pediatrici. «La
febbre è il segnale che il bambino si sta difendendo, in genere da un
microrganismo - conferma Nicola Principi, direttore della I Clinica pediatrica
Università di Milano e responsabile della Commissione Linee guida Gestione
della febbre per la Sip, la Società italiana di pediatria - e non va abbassata
ad ogni costo».
Ecco, appunto: abbassare la febbre. Chi dice
che a 38 gradi bisogna procedere con gli antifebbrili. I più coraggiosi si
avventurano fino ai 38 e mezzo. Chi ha ragione? Quando ha senso dare
antipiretici? «Solo quando la temperatura sale oltre i 38,5 gradi – sostiene
l’esperto - intorno a 39-40 la febbre può accompagnarsi a mal di testa,
malessere generale, e va bene ridurla. Così come va abbassata se dura da molti
giorni: la temperatura alta può provocare disidratazione nel bambino. Ci sono
casi in cui si interviene prima dei 38 e mezzo: tipicamente se il piccolo
paziente soffre di epilessia o di convulsioni febbrili». Anche le linee guida
del Nice (National Institute for Clinical Excellence) per quanto riguarda l’uso
degli antipiretici nei bambini raccomandano, in assenza di altri sintomi, di
non somministrare questi farmaci con il solo scopo di abbassare la febbre.
Gli antipiretici raccomandati per uso
pediatrico sono due: l’ibuprofene (un antinfiammatorio non steroideo, o fans) e
il paracetamolo (un antipiretico/analgesico). Il primo si trova in commercio
come sospensione orale, appositamente per bambini e recentemente in supposte
pediatriche, il secondo in gocce, sciroppo e supposte pediatriche. «Entrambi i
farmaci sono accettati da tutte le società scientifiche internazionali –
aggiunge il pediatra – e sono molto noti, negli effetti sia terapeutici che
collaterali. E tutti e due sono sicuri e ben tollerati se utilizzati
correttamente». Le avvertenze segnalate in caso di allattamento, indicano tra i
fans, l’ibuprofene come l’opzione terapeutica preferibile (Hale 1999) perché il
passaggio nel latte materno è limitato.
Correttamente significa tenendo conto del
giusto dosaggio, che va calcolato in base al peso e non all’età del bambino, e
degli intervalli di somministrazione. Il dosaggio per il paracetamolo è di 15
mg per chilo per dose ogni 4-6 ore (massimo 90 mg/kg al giorno) e per
l'ibuprofene di 10 mg per chilo per dose ogni 6-8 ore (massimo 40 mg/kg al
giorno). In linea di massima le formulazioni orali (gocce, sciroppi,
sospensioni) consentono una migliore precisione dei dosaggi e sono più
prevedibili nei loro effetti e più sicuri sul piano delle reazioni avverse.
«Ai sovradosaggi va fatta attenzione –
riprende Principi - perché gli effetti possono essere anche molto seri: necrosi
epatica per il paracetamolo, e danno renale, gastrointestinale e disturbo della
coagulazione per l’ibuprofene». Sull’uso appropriato dei farmaci antifebbrili
nei bambini, in particolare dei fans, lo scorso anno è intervenuta anche la
Società di pediatria preventiva e sociale (Sipps), «a fronte di un aumento
esponenziale negli ultimi anni delle vendite dei fans ad uso pediatrico –
diceva la nota Sipps, in accordo con l’Agenzia del farmaco - si è assistito ad
un considerevole aumento delle reazioni avverse» e continuava: «Questi farmaci
vanno presi solo in caso di febbre e malessere generale» .
E se le medicine non funzionano? «Se dopo 2-3
dosi la febbre alta non si abbassa o il bambino ha altri sintomi come tosse,
difficoltà respiratorie, scariche di diarrea, è il caso di farlo visitare o dal
pediatra o al pronto soccorso: potrebbe essere il caso di intervenire sulla
malattia non più solo sul sintomo febbre».
Ibuprofene
e paracetamolo i farmaci indicati: se non funzionano dopo 2-3 volte meglio una
visita dal pediatra per individuare le cause della malattia
La Repubblica, 4 dicembre
2012, pag, 28
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