Lo svezzamento e oltre… secondo natura

Maurizio Iaia
Lo svezzamento e oltre…  secondo natura
Editeam, pagg. 52, Euro 13,00


  DALLA PRESENTAZIONE –  “Ricordo che durante il mio lontanissimo corso di specializzazione il primo “pasto solido” del bambino era un problema su cui continuavano a chiedere gli specializzandi più anziani dei quali sbirciavamo gli appunti. Specialmente noi maschi sentivamo come un problema “di cucina” il dovere spiegare alle madri come preparare il brodo di verdura, con quali verdure (verdi o rosse), quanto bollirle, frullarle o no, aggiungere sale o no, quanto olio, quanta crema di riso, precotta o da cuocere e così via.
  Ma ne andai specializzato con uno schermino del mio tutor denso di istruzioni per le madri che sarebbero venute nel mio ambulatorio. 
  Ma quando darla questa benedetta pappina?
Nel corso degli anni “60 si comincio a inventare un divezzamento fin dai primi mesi: dal terzo e anche prima. Le ditte di prodotti alimentari sfruttavano il desiderio delle famiglie di fare “diventare grandi” alla svelta i bambini e riuscirono a introdurre alimenti (i “pasti pronti”) che tendevano a togliere questo benedetto “vizio”: quello di prendere il latte. Si
suggeriva il cucchiaino, ma si poteva anche mettere il pasto nei biberon frullandolo. Qualche eccezione era suggerita per qualche alimento. A metà degli anni ‘60 fui spettatore, ad una giornata milanese sull’alimentazione infantile organizzata da una ditta di alimenti, di un grosso scontro fra due eminenti relatori su quando inserire l’uovo nella alimentazione; la discussione non verteva tanto su dati di letteratura quando sulla loro esperienza di nonni. Era l’evidence di quei tempi.
  Poco ci si occupava in quegli anni dei problemi dello sviluppo del bambino a cominciare da quello della sua capacità complessiva, anche semplicemente a deglutire i cibi solidi.
  Il divezzamento diventava quindi una specie di guerra fra genitori e bambini invece di una esperienza colloquiale come ce la descriveva Maurizio Iaia in questa sua ultima fatica”.

    UN BRANO – “Troppe proteine e pochi grassi salutari nell’alimentazione dei primi 2 anni.
  “Troppe proteine e pochi grassi salutari” nei primi due anni di vita: rappresentano 2 errori comuni e spesso sottovalutati, generalmente favoriti dalla moda dei prodotti light (es. formaggi con ridotto contenuto in grassi ma elevato tenore proteico), dall’erronea convinzione di dover dare poco olio d’oliva, dal consumo di porzioni eccessive e frequenti di carne e affettati.
  Il latte materno, che è il riferimento nutrizionale ideali, contiene il 50% delle sue calorie sotto forma di grassi (con una percentuale equilibrata di acidi grassi essenziali) e il 7% sotto forma di proteine. Varie indagini nutrizionali hanno tuttavia documentato che nell’alimentazione abituale dei bambini industrializzati, dal divezzamento fino ai 12- 24 mesi, la quota calorica sotto forma di grassi è generalmente bassa (circa 30% delle cal. totali) mentre  l’apporto proteico è molto alto (15-20% delle cal. totali invece che 10-12%). All’età di 1 anno i bambini assumono una quantità di proteine (calcolata in grammi per chilo di peso corporeo) che è 3-4 volte superiore ai loro fabbisogni.
  Un eccesso di proteine animali nei primissimi anni di vita sembra responsabile (attraverso gli aminoacidi ramificati in esse contenuti in quantità di una eccessiva e precoce moltiplicazione numerica delle cellule adipose in un “periodo sensibile”, condizionando in modo permanente la costruzione biologica dell’individuo (iperplasia degli adipociti) con maggior rischio di obesità persistente e complicanze metaboliche fino all’età adulta. Tale evento si inserisce nel nuovo concetto di  programming  secondo cui la qualità della nutrizione in periodi precoci e “critici” dello sviluppo dell’individuo, può modulare il patrimonio genetico con effetti metabolici a distanza che possono favorire la comparsa di malattie cronico-degenerative da civilizzazione (obesità, diabete, aterosclerosi, ipertensioni, tumori).     

  INDICE DEL VOLUME –  Presentazione – Premessa - Prima Parte. Inquadramento  GeneraleIntroduzione – Quando svezzare? – Primi approcci al cibo nuovo – Quali alimenti e come? –  Le porzioni degli alimenti – Sale e zucchero – Il ferro. Come prevenire la carenza – Le competenze bel Bambino – La capacità di autoregolazione: una bussola naturale – Capacità psicomotorie – Accettazione e “diffidenza” per il cibo nuovo – La conquista dell’indipendenza – Alcuni Errori da evitare  - Troppe proteine e pochi grassi salutari  nell’alimentazione dei primi due anni – Seconda Parte. Conoscere gli alimenti per mangiare sano – I gruppi di alimenti – La piramide dell’alimentazione mediterranea – Metodi di cottura – Un sano stile alimentare oltre lo svezzamento – Terza Parte. Schede di approfondimento – 1. Neuroni “specchio” e apprendimento – 2. Il bambino “sano” che non mangia ovvero…la guerra del cibo – 3. Svezzamento e allergia: consensi e controversie - Introduzione dei cibi solidi e rischio allergico – Svezzamento e dermatite atopica – Bibliografia.  

  L'AUTORE - Maurizio Iaia, nato a Francavilla Fontana (BR) il 01/02/1952, si è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Clinica Pediatrica presso l’Università di Chieti. Dal 1983 svolge l’attività di Pediatra di libera scelta e di Pediatria di Comunità presso l’AUSL di Cesena dove è il Referente per il Servizio Dietetico del Dipartimento Cure Primarie.
  Nel 1986 ha ideato e diretto la prima sperimentazione pilota in Italia di “Ristorazione scolastica biomediterranea”, che ha poi coinvolto nel tempo tutta la popolazione scolastica dell’AUSL di Cesena. Tale progetto, denominato poi ”il pappamondo”, è tuttora in pieno svolgimento arricchendosi sempre più di nuove valenze culturali ed ha ispirato iniziative simili in numerosi Comuni Italiani.   
  E’ autore di varie pubblicazioni scientifiche e coordinatore di numerosi progetti educativi scolastici nel campo dell’alimentazione per l’età evolutiva.
  Recentemente ha pubblicato il libro “ Cibo dei piccoli ..salute dei grandi” (Editeam 2006).







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