Quelle fasce non restituite dalle mamme

di Luisa Orsi

  Caro Augias, la mia minuscola azienda produce prodotti ecologici per mamme. Ho sempre ritenuto un privilegio avere come clienti le neomamme. Lo scorso weekend la mia azienda ha partecipato ad un evento fieristico. Ho pensato, assieme agli organizzatori, di offrire in prestito uno dei nostri prodotti più venduti: la fascia porta bebé. Ha presente le mamme africane, che legano i bimbi addosso con un telo? Quello. In uno spazio affollato pareva utile eliminare qualche passeggino. Moltissime mamme hanno chiesto il prodotto in prestito. A dispetto delle raccomandazioni degli organizzatori e dei consigli dei miei collaboratori, le ho prestate senza chiedere un documento. Mi hanno detto che sarebbero state rubate tutte. Ho scommesso una pizza, certa che sarebbero tornate tutte "a casa". Sbagliavo. La metà delle fasce non è tornata. Le confesso che sono rimasta delusa (e un po’ infastidita dalle prese in giro). Danno economico irrisorio, ma esco convinta che questa è davvero l'Italia degli Italiani: si indignano per cose che, se si presenta l'occasione, fanno a loro volta.

  È l’Italia dove si è rubato e verosimilmente si ruba su tutto, perfino le dotazioni d’emergenza degli ospedali o le colonie estive dei bambini, dove gli amministratori sorpresi a rubare dichiarano di essere stati attaccati politicamente, dove ex ministri dicono di voler denunciare chi gli ha comprato casa a loro insaputa, dove una legge contro la corruzione non va avanti perché si deve salvare ad ogni costo una persona dalla condanna che con ogni probabilità l’attende. Una serie di situazioni tragiche o grottesche secondo il punto di vista,  specchio di
un declino generalizzato su una dimensione che non ha precedenti.  Tra le eredità del periodo che si sta per chiudere c’è anche questa, ci vorrà molto tempo per mettervi riparo. La fiducia così mal riposta dalla signora Orsi trova specchio in un libro di Michela Marzano appena uscito per Mondadori: “Avere fiducia”. Gli anni in cui viviamo sono gli anni del contratto, scrive la Marzano, gli anni in cui non ci fidiamo più gli uni degli altri. L’autrice presenta il dilemma ‘fidarsi o no’ con un famoso apologo: due prigionieri sono interrogati separatamente; ad entrambi la polizia propone di denunciare il complice. Se nessuno denuncia l’altro, sconteranno entrambi un anno, se uno denuncia l’altro sconteranno entrambi cinque anni; se solo uno denuncerà l’altro il delatore sarà libero e l’altro sconterà dieci anni. La soluzione migliore  sarebbe di dimostrarsi generosi con l’altro e scontare solo un anno. Però … bisognerebbe avere fiducia e assumersi il rischio di non pensare solo a se stessi.  Ebbene, assicura la Marzano, è la soluzione meno probabile al quesito.

La Repubblica, 10 ottobre 2012, pag, 30

1 commento:

  1. è inutile allattare, fare giochi 'intelligenti'portare i bambini se poi non si insegna il rispetto... superfluo dire che si insegna con l'esempio!!!

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