La nonna di oggi? È madre e anche nipote

 Il vero «Stato sociale» per le coppie con prole

In un libro le «istruzioni per l’uso» delle progenitrici: indispensabili nel quotidiano, ma a volte ardue da gestire…

di Eleonora Barbieri

  Si parla di nonne, ma in realtà si raccontano le figlie e le nuore: mamme, a loro volta. Che alle nonne si rivolgono come a uno stato sociale (che latita, soprattutto in Italia), un’ancora di salvezza, un aiuto indispensabile, e non solo per parcheggiare i bambini. Perché si sa che non è mai, soltanto, questione di tate, o asili, o scuole: è questione che affidi i tuoi figli, proprio i tuoi, non quelli degli altri. E allora: si parla di un universo femminile all’ennesima potenza  in Nonne. Istruzioni per l’uso, libro di Anna Di Cagno (Morellini editore, esce a fine mese per la festa dei nonni, il 2 ottobre) che è un doecalogo delle tipologie più umana mente diffuse di «progenitrici a contratto», cioè quelle signore che, una volta in pensione, sono assunte a tempo pieno da figli/e per badare ai nipotini. Non tutte, come è logico, la prendono allo stesso modo.

  C’è la nonna manager che controlla e programma, c’è la nonna lupo che selvaggiamente scombina il microcosmo e la quiete familiare, la nonna premier che decide per tutti, la ansio-nonna che insegue il nipotino brandendo salviettine igienizzanti, la pin up che fino ai tre anni non prenderà in braccio il piccolo per ché le rovinerebbe pettinatura e unghie, la de sperate-nonna che si lamenta sempre, di tutto. Conoscerle non basta, ma può aiutare a sapere come muoversi. La giornalista Anna Di Cagno spiega di aver fatto «un lavoro da entomologo» per osservare, standardizzare, classificare ciò che più sfugge a qualunque categoria: le mamme. Anzi, le mamme di mamme. Dei maschi non ci si occupa, se non di straforo. La realtà è che i nonni (maschi e femmine) sono i baby sitter numero uno nel nostro Paese: secondo le ultime stime, in Italia il 68 per cento dei bambini sotto i dieci anni sta con loro mentre i genitori lavorano. «Da noi la maggior parte delle giovani coppie ha una casa perché i genitori l’hanno aiutata e la maggior parte delle mamme mantiene il lavoro grazie ai nonni» dice Di Cagno. Però il privilegio di tanta disponibilità ha un prezzo: «I quarantenni di oggi sono stretti tra genitori e figli: e devono sopravvivere...». Perché le nonne del Duemila sono un altro pianeta rispetto anche solo a trent’anni
fa: si rotolano per terra, vanno al cinema, guidano la macchina, si vestono a volte come le nipotine. E soprattutto amano smisuratamente i piccoletti di casa: che le ricambiano, adorandole. Non c’è tipologia di nonna che non sia il massimo, per il nipotino riempito di affetto, attenzioni, divertimento e tutto quello che sinteticamente i genitori dello stesso ritengono «vizi da nonni» (salvo poi lamentarsi se i nonni non sono abbastanza espansivi o coinvolti).

   Spiega Di Cagno che le nonne «erogano servizi all’infanzia» ma sono donne «forti, autoritarie, che da giovani hanno avuto carriere molto più folgoranti di noi, che abbiamo un contratto a termine, se va bene». E così per le figlie/nuore servono delle istruzioni per l’uso, non solo dei figli, ma anche delle loro mamme o suocere, «uso» per modo di dire ovviamente, visto che sono loro in posizione di debolezza, su tutta la linea: «Vorremo mica sostituire il Colosseo con un pratico autosilo»...

il Giornale, 6 settembre 2012, pag, 17

Nessun commento:

Posta un commento