Il capitano dei libri

«I bambini leggono» di e con Roberto Denti

Torna in libreria il diario del primo libraio di letteratura per l’infanzia: parole e idee che hanno cambiato lo sguardo sull’infanzia

di Manuela Trinci

  I LIBRI, QUANDO SONO BELLI, NON INVECCHIANO; CASO MAI SI POSSONO AGGIORNARE O, SEMPLICEMENTE, SI PRESTANO A RIFLESSIONI ULTERIORI SCANDITE DAL TEMPO TRASCORSO, MA SEMPRE MOVIMENTANO ALTRI SOGNI PER LA TESTA.

  È il caso di I bambini leggono di Roberto Denti, pubblicato per Einaudi, nel ‘78. Scritto in forma di diario tenuto dal «capitano» della libreria dei ragazzi dal 72 al 78, il libro si presentava e si presenta come un delizioso viaggio a ritroso negli anni 70, una impedibile giravolta all’interno di una fetta della cultura italiana osservata con lo sguardo dei libri, della scuola, dei bambini, in un periodo di gran fervore; un periodo nel quale Roberto e Gianna Denti, appunto, diedero l’avvio a quella straordinaria avventura che il 15 novembre 1972 vide la nascita, in Via Tommaso Grossi, a Milano, della prima libreria per ragazzi in Italia. Una libreria dove si poteva toccare, guardare e non comprare. Una libreria che intendeva, fin dagli albori, aiutare i bambini a crescere fra i libri, in autonomia, alla ricerca della propria individualità.
 
  A 40 anni di distanza, in un tripudio di festeggiamenti, dibattiti, laboratori, incontri eccellenti, la libreria - adesso in Via Tadino - rimane punto di riferimento per chiunque graviti attorno al pianeta bambino.


  Non casualmente, oggi, La Castoro libri ne ripropone una edizione curatissima, arricchita da una nuova introduzione, aggiornamenti diaristici nonché un’utile bibliografia su alcuni titoli che, dalla collana Tantibambini, alla Pimpa, al Diario di Schiappa, hanno segnato la storia di questi quarant’anni (I bambini Leggono, pp. 178, euro 14).
Pagine che si snodano appassionate; testimonianze utili per non dimenticare quella pedagogia, non proprio caduta in disgrazia, che il bambino lo voleva forgiare e omologare ai dettami di una Chiesa retriva, di una Scuola fatta di disuguaglianze, di libri di testo «stupidari», di un’editoria miope, tristanzuola, con cartonati da colorare, fiabe edulcorate e mal tradotte, Cuore in vetta alle classifiche. 

  Questo Diario è davvero una presa diretta sul nascere dell’editoria per i ragazzi, su personaggi, libri e idee che hanno segnato un nuovo modo di guardare alla soggettività dei bambini, perché i bambini - sosteneva anche nel suo incessante lavoro Rodari - non sono dei piccoli cretini. Esigono rispetto. Considerando poi, per dirla con Pinin Carpi che «su di noi ha certamente influito più Pinocchio che la Divina Commedia»

  E se da un lato non mancano gli sbigottimenti di fronte a genitori già frettolosi e sbrigativi, all’inguaribile perbenismo che affligge la contemporaneità e che se ieri si irretiva a fronte di libri di educazione sessuale, oggi si scandalizza a fronte di libri, che con pinguini o conigli, parlano ai bambini di famiglie omosessuali; dall’altro il diario trascina in considerazioni altalenanti quanto intramontabili: la voglia e la fatica di studiare, di leggere, di crescere.

  Certo, nella tersa scrittura di Roberto Denti, ci si trova immersi nel clima fattivo, giovane, dirompente, di chi sta per realizzare un sogno: diventare librai. Un esempio per tanti giovani di oggi a non perdersi d’animo, a lottare per i propri sogni. Una scommessa, quella di Gianna e Roberto, fatta di tenacità, di scaffali da riempire (e bene), di persone da contattare, convincere. Un’atmosfera che di mese in mese si riscalda. Arrivano le prime scolaresche in visita, i primi maestri: straordinari come Marco Lodi. Si susseguono, poi, autori e illustratori e intellettuali e pediatri. Gianni Rodari si alterna a Pinin Carpi, Primo Levi a Marcello Bernardi, a Laura Conti, a Leo Lionni, alla magia di penne e pennelli di Munari. E infuocate quanto indignate sono le pagine rivolte agli attacchi di Montanelli, come al ricordo del giornalino IlPioniere dell’Unità bruciato davanti alle chiese negli anni di piombo. Delicate e divertenti sono inoltre le fiabe classiche reinventate e le filastrocche che questo grande interprete della cultura italiana alterna, nel testo, alle sue dissacranti e spregiudicate riflessioni. Un libro al sapore di libri… un libro che ieri come oggi ribadisce come per fare dei bambini di oggi dei lettori di domani occorra che i bambini stessi trovino nel libro qualcosa di utile: utile a divertirsi. Libri, dunque, che facciano il solletico e si capovolgano in piroette di senso e giochi di luce!

Chi la fa l’aspetti, la favola di McGuire sul caso

  AD OGNI AZIONE - ANCHE LA PIÙ PICCOLA E INNOCENTE –CORRISPONDE UNA REAZIONE.

Ciò significa che, se per caso aveste la malaugurata idea di lanciare la bambola della vostra sorellina fuori dalla finestra e giù per tre piani, solo per farle uno scherzo, beh, allora dovrete aspettarvene delle belle!

  C’è la possibilità infatti che la bambolina in questione rimbalzi sulla strada per poi finire su una scatola che galleggerà al largo dell’oceano dove un uccellino la prenderà al volo poco prima di fare un gran verso che sveglierà una scimmietta che urterà il gomito di una sceicca che farà partire una freccia che centrerà un cammello che calcerà una cesta!

  In linea con lo stile ironico e raffinato di Richard McGuire, Chi la fa l’aspetti(pagine 40, euro 16,00) è una favola ma al tempo stesso un’ulteriore riflessione dell’autore sul caso, sulla possibilità, sulle circostanze, e su come i momenti della vita quotidiana potrebbero essere il risultato inconsapevole del loro intrecciarsi.

  LA STORIA

 Giocare con il giocattolo più bello: il pensiero

  «Lettere fra i lacci» di Cristina Falcon Maldonado e Marina Marcolin (pp.25, euro 15, Kalandraka): un albo delicato che evoca, in forma diaristica, i primi rapporti di Flor - bambina di sette anni - coni libri: porta della saggezza. Il narratore è uno dei fratelli più piccoli, uno dei sette. La loro è una famiglia modesta. Eppure a questa innegabile indigenza fra da contrappunto una grande ricchezza affettiva. La domenica la mamma rientra dal lavoro e tutti insieme nel lettone ascoltano e raccontano storie, giocano con il giocattolo più bello: le parole e il pensiero. La matita delicata di Marcolin fa del sillabario il cui filo conduttore della storia.

 L’ALFABETO

Dalla A alla Z: come le fiabe finisce e ricomincia sempre

«Alfabeto delle fiabe» di Bruno Tognolini e Antonella Abbatiello (pp.30, euro 14, Topi pittori): realizzato nell’ambito del progetto «Leggere che piacere», questo delizioso libro ci propone un alfabeto che, proprio come le fiabe, ricomincia sempre! Così se l’inizio di questo straordinario alfabeto è la A, come anello, «piccolo tondo di mondo fratello», la Z non potrà essere che Zucca dopo la quale « ritorna l’anello…perché la fiaba è una zucca che sfama la vita». E per finire: il gioco dell’alfabeto, con tanto di istruzioni, giocatori, segnalini e dadi da lanciare, penalità e vantaggi!

L’Unità, lunedì 30 luglio 2012, pag, 18

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