di Antonella Sparvoli
L’impetigine, l'infezione cutanea più comune
nei bambini, si osserva più spesso in estate. Va riconosciuta subito affinché
non causi complicanze. «È causata da due batteri, lo Staphylococcus aureus e lo
Streptococcus pyogenes. Il primo si trova di solito nel naso, il secondo nella
faringe. Talvolta questi germi diventano aggressivi e infettano la pelle,
penetrandovi attraverso piccole ferite o tramite una puntura di zanzara —
spiega Carlo Gelmetti, responsabile dell'Unità di dermatologia pediatrica del
Policlinico di Milano —. L'infezione colpisce soprattutto i bambini perché la loro
pelle è povera di sebo, di cui viene così a mancare l'azione impermeabilizzante
e di barriera». Perché è più frequente in estate?
«Perché la pelle dei bambini è spesso
"macerata" per il troppo caldo (e quindi sudore) o i continui bagni
al mare. Non solo, l'intensa esposizione al sole in poco tempo favorisce una
riduzione delle difese immunitarie della cute. Ancora, lo sfregamento continuo
con la sabbia può favorire microlesioni che possono essere infettate. Basta che
il bambino abbia un po’ di raffreddore o sbavi un po' perché i batteri presenti
in naso e faringe possano giungere sulla cute e aggredirla. L'infezione è poi
molto contagiosa tra bambini a stretto contatto tra loro».
Come si riconosce l’impetigine?
«Si presenta con bolle sierose prima limpide,
poi torbide, che si trasformano in abrasioni e croste giallastre. Le bolle, che
possono dare prurito, di solito appaiono prima attorno a naso e bocca. Si
tratta di lesioni molto contagiose che si espandono a macchia d'olio per
autoinoculazione: basta che il bambino le tocchi e poi tocchi qualche altra
parte del corpo per diffondere l'infezione in altre zone. La semplice visione delle
bolle da un occhio esperto consente in genere di fare la diagnosi. I sintomi
iniziali possono ricordare l'Herpes delle labbra e la boccheruola da Candida
che vanno quindi escluse. Lo stesso vale per la tigna del corpo e l'eczema da
contatto che hanno alcune analogie con le lesioni impetiginose in fase
avanzata».
Quali sono le terapie?
«Prima si interviene minore è il rischio che
la malattia si diffonda e che contagi altri bimbi. La cura è a base di antibiotici
da applicare localmente 2-3 volte al giorno per una settimana. Prima di
stendere la pomata bisogna rimuovere le croste con impacchi di acqua tiepida.
Una volta messo l'antibiotico è meglio bendare le zone interessate o coprirle
con i vestiti. Se l'infezione non è circoscritta è necessaria anche una terapia
con antibiotici per bocca. Se la malattia non viene curata in modo corretto si
possono avere conseguenze gravi agli organi interni. In particolare, se
l'infezione è streptococcica e dura a lungo, la complicanza più temibile è la
glomerulonefrite post-streptococcica con conseguente insufficienza renale. Si
tratta tuttavia di un'eventualità molto rara nei Paesi occidentali».
Corriere della Sera, 1 luglio
2012, pag, 47
mio figlio aveva la bocca piena, grazie all'articolo mi ha aiutata tanto grazie
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