Bianco di pelle e rosso di capelli. I medici pensano sia
albino ma qualcuno sospetta
di Giordano Tedoldi
Sabato
scorso al Policlinico di Palermo per poco non si è consumato un dramma della gelosia.
Protagonista non una sanguigna coppia siciliana, ma marito e moglie nigeriani, quando
lei ha dato alla luce un bel bambino, che oggi sta benissimo, solo che, per
citare il film “Johnny Stecchino”, il bebè al papà non ci somiglia per niente.
Infatti è bianco come un latticino, ha gli occhi chiari di uno scandinavo e una
spruzzatina di capelli rossi.
Potete immaginare la reazione del padre, il
quale dopo aver escluso in un infinitesimo di secondo lo scambio del neonato da
parte del personale ospedaliero, se l’è presa con la moglie, colpevole di
averlo fatto cornuto. Una condizione sgradevole sotto ogni latitudine e che
comunque, come tradizione vuole, a Palermo diventa ancor più umiliante. A quel
punto è intervenuto con tatto e professionalità il personale del reparto di ostetricia
e ginecologia, che ha placato l’ira funesta del genitore: ma no, ma quale
corna, si calmi, suo figlio potrebbe benissimo essere albino. Albino? Avrà
ribattuto il padre, incerto se ascoltare con deferenza la spiegazione tecnica
dei medici o convincersi che lo stavano prendendo per i fondelli, e sfogare la
sua rabbia di coniuge tradito.
La questione è particolarmente delicata, perché l’albinismo nella popolazione nigeriana è un fenomeno assai raro, al punto che, deprecabilmente, in quel paese gli albini sono, in osservanza di alcune credenze superstiziose, considerati individui sinistri, stregati, e non è raro che subiscano discriminazioni o persecuzioni vere e proprie. La statistica si aggira attorno a un caso su 14mila.
Mettetevi nei panni del papà, la confusione
che deve avergli attraversato la mente alla vista di quel piccolo irlandese
che, a quanto riferisce il «Corriere del mezzogiorno» di ieri, aveva stupefatto
anche la madre. Stupore reale o grande prova d’attrice? Presto sapremo, perché
i medici hanno comunicato che faranno una mappatura genetica del piccolo, per
capire se è albino, oppure frutto di una altrettanto rarissima mutazione genetica,
oppure… oppure la terza possibilità, quel sospetto perfido che ha fatto dare in
escandescenze, in un primo momento, il papà. Sempre il «Corriere», quasi a
voler rassicurare il marito della puerpera, riferiva di una storia analoga, avvenuta
a Gela, ma le fonti sono discordanti, in quel caso non si sarebbe trattato di
due neri che danno alla luce un bianco, ma il rovescio, due bianchi che mettono
al mondo un nero, e il responsabile non era una rarissima mutazione genetica,
ma un banale cameriere nero. Dunque lasciamo perdere i precedenti e le leggende
metropolitane e stiamo ai fatti, confermati dal personale ospedaliero di
Palermo, che non riesce peraltro (e comprensibilmente) a celare un certo imbarazzo.
Nell’attesa dell’esame diamo un consiglio al papà, qualora il peggio si dovesse
verificare e il bimbo non fosse un albino ma il frutto slavato di una
scappatella. Guardarlo negli occhi azzurri e recitargli l’immortale battuta,
che anche se così piccolo capirà benissimo: “Nessuno è perfetto.
Libero, 31 maggio 2012, pag,
20
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