calore e intimità indescrivibili, ma serve preparazione
di Gabriella Pellegrini
Una volta si nasceva solo
così: tra le mura di casa. Oggi, invece, l’ospedale è la prima scelta. Eppure
dare alla luce un bimbo nella tranquillità di casa propria si può. Chiara
Gotti, 29 anni, ostetrica di Sedrina, lo ha dimostrato facendo nascere le sue
due bambine tra le mura domestiche: Paola nel 2008 e Laura poco più di un mese
fa, grazie alla professionalità di due colleghe ostetriche e al sostegno del
marito Andrea Del Carro, di 33 anni.
Paola, la prima figlia di Chiara e Andrea,
oggi ha tre anni e mezzo ed è nata in casa «per caso». Mentre per Laura, venuta
alla luce poco più di un mese fa, la nascita nella frazione di Botta di
Sedrina, dove la coppia abita da sei anni, è stata una decisione presa con
grande anticipo e con convinzione. «Dopo il mio primo parto in casa, capitato
“per caso” – spiega la giovane mamma, che dal 2004 lavora come ostetrica all’ospedale
di Alzano – la voglia ed il desiderio di un secondo parto in casa si sono fatti
sempre più intensi. Dopo il primo parto ero stata trasportata in ospedale d’urgenza
e mi è mancato il fatto di non poter continuare l’esperienza del post-partum a
casa mia, così ho voluto rivivere questa esperienza con la seconda bambina.
L’intimità e il calore del parto in casa sono indescrivibili: vengono
rispettati i tempi di mamma e bambino, non ci sono burocrazie, ma soprattutto
ci sono solo le persone che desideri tu»
«Più intimità, ma anche costi» L’importante,
vuole far sapere la famiglia sedrinese, è essere consapevoli che si può
scegliere anche questa modalità alternativa. «Se si vieni seguiti da ostetriche
esperte in questo campo il parto in casa non è più pericoloso della nascita in
ospedale – sottolinea il papà Andrea –. Anzi offre maggiori benefici tra cui,
oltre all’intimità e ad una maggiore privacy, anche la possibilità di stare da
subito con il proprio bambino. Il costo è un po’ elevato, si aggira sui 2.000
euro e non ci sono rimborsi da parte dell’Asl, ma è il più bel regalo che una
famiglia possa fare al suo bambino». E sulla possibilità di un terzo parto in
casa Chiara non ha dubbi: «Sicuramente sarà ancora in casa, anche se è
prematuro pensarlo: è un’esperienza che consiglio a tutte le future mamme».
L’eco di Bergamo, 30 maggio 2012, pag 42
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