Usa, fa discutere un articolo-confessione su “Vogue”.
L’esperto: il cibo non può essere punitivo
di Roselina Salemi
Molti non lo sanno, ma l’incubo delle bambine
di quinta elementare è la pesatura a scuola. Discutono per giorni sull’intimo
che indosseranno per salire sulla bilancia, si mettono a dieta da sole,
qualcuna calcola la possibilità di ammalarsi per evitare la visita. Alle famiglie
poi arriva una lettera: vostra figlia è sotto peso, nella norma o pesa troppo. Padri
e madri dovrebbero saperlo prima, mail problema viene affrontato soltanto
quando è grave. Che cosa sta succedendo?
Il dibattito scatenato da «Vogue America» -
causa una piccoletta di sette anni messa drasticamente a dieta - suggerisce di guardare
in casa nostra. È freschissimo l’allarme del congresso nazionale della Società italiana
per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) un paio di settimane fa. Ben 250 mila
bambini italiani presentano un eccesso di grassi nel sangue, e gli specialisti consigliano
analisi per controllare colesterolo totale, colesterolo Hdl e trigliceridi già
a ventiquattro mesi.
Sarebbe utile anche misurare il girovita dei
figlie assicurarsi che il rapporto con l’altezza non superi lo 0,5. Sembra che
i nostri siano i bambini più ciccioni e pigri d’Europa: il 22,9 per cento in
sovrappeso, 11,1 per cento sono gli obesi (dati 2011). C’è uno spread magrezza:
i tedeschi se la cavano meglio di noi.
Curioso: in una società perennemente a dieta
(«Provi la Dukan o quella del Cinque?») l’obesità cresce in maniera lineare,
del 2,5 per cento ogni cinque anni. Si prospetta uno spaventoso futuro
extralarge. Anche per questo «Tesoro, salviamo i ragazzi», reality show su Fox
Life, è diventato un piccolo cult e il conduttore chef-ricercatore Marco
Bianchi è richiesto ovunque, dai corsi di cucina alle mense scolastiche: da
domenica 1°aprile, a Torino, parte per un giro d’Italia (poi a Milano, Roma,
Napoli e Palermo) per parlare ai bambini trai 7 e gli 11 anni e ai loro
genitori delle virtù delle vitamine B e della cucina sana.
Se i bambini terribili di «Sos Tata» diventano
buoni, quelli di Marco Bianchi dimagriscono in tv, e la dieta fa spettacolo: Neris,
Domenico, Asia e Matteo passano alla maionese vegana e alla frittata senza
uova, sopportano lo scioccante svuotamento del frigorifero e dicono addio alle merendine.
«Attenzione», avverte Bianchi, «il percorso deve essere vissuto con il sorriso.
I piatti non possono essere punitivi, altrimenti è la fine».
Come racconta Stefano Pozzoli, psicologo
clinico e psicoterapeuta, nel saggio «Tutto tondo» (Bruno Mondadori), curato da
Associazione Pollicino e Centro Crisi genitori, il bambino grasso si nasconde,
costruisce con il cibo una barriera protettiva perché è più fragile degli
altri, e più facile da ferire. Se la battaglia contro l’obesità mette d’accordo
chiunque, da Michelle Obama ad Antonella Clerici, c’è meno attenzione allo
sguardo sociale, al fatto che i modelli infantili sono sempre più vicini a
quelli della pubblicità: bambinette strizzate dentro minuscole gonne, corpi
acerbi modellati da apposita lingerie.
Anna Oliverio Ferraris, psicologa e
psicoterapeuta, parla di «adultizzazione precoce», e allora non è più questi o ne
di giusto peso e di salute. C’è uno spaesamento, sostiene Marco Pozzi, regista
di un bel film sull’anoressia, «Male di miele» (in questi giorni al cinema) che
poi ci porta a dividere il mondo in grassi e magri, in anoressiche e curvy, e
intanto la normalità scompare. Perciò la posta in gioco non è dimagrire, ma
vivere.
37,1 per cento Sono le
bambine italiane tra i 6 e i 9 anni sovrappeso oppure obese.
37,3 per cento Sono i
maschietti nella stessa fascia d’età ad avere problemi con il proprio peso
25,6 per cento È il totale dei
bambini e delle bambine obesi tra i 10 e i 13 anni.
16,2 per cento È il totale dei
«baby obesi» nella fascia d’età tra 14 e 17 anni.
L’ALLARME
In Italia 250 mila bimbi a
rischio gli specialisti consigliano esami già a ventiquattro mesi.
LA
PSICOLOGA
È in corso un processo di «adultizzazione»
precoce la normalità scompare.
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