Bambini, la pelle si cura al sole

Dermatiti atopiche

Ecco le linee guida Bambini, la pelle si cura al sole per il trattamento di questa patologia. Un fenomeno in aumento


di Maurizio Paganelli
 
SOLE (con precauzione), abbronzatura progressiva e creme: tutti aiuti e terapie nella dermatite atopica dei più piccoli, patologia in aumento. Un approfondimento su questa malattia della pelle (affligge il 15-20% dei bambini, ma in 8 casi su 10 è lieve-moderata) è stato fatto nella recente tre giorni delle Scuole di Pediatria di Capri organizzate dai Paidoss, Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza.

  «Molte malattie come la dermatite atopica o la psoriasi — segnala Giuseppe Ruggiero, dermatologo pediatra e coordinatore scientifico nazionale di Paidòss — migliorano con l’esposizione al sole. Il bambino atopico può esporsi gradualmente a patto di proteggersi con indumenti (cappello, magliette), occhiali, ombrellone, evitando le ore più calde». L’uso di solari con alto fattore protettivo è determinante. «Vanno applicati mezz’ora prima dell’esposizione, in abbondanza e su tutta la superficie esposta — insiste Ruggiero — e nessuna crema può essere considerata idrorepellente: dopo i bagni va riapplicata».


La dermatite atopica, ricorda l’esperto, «è geneticamente determinata, appare in genere intorno ai due anni. Si diagnostica sulle caratteristiche cliniche (morfologia e localizzazioni tipiche, volto e superficie estensoria degli arti nei bambini piccoli, pieghe agli arti nei bambini più grandi), prurito, secchezza cutanea, e con test di laboratorio». I cortisonici topici sulle lesioni arrossate sono i farmaci di prima linea nelle fasi acute; importanti le creme idratanti/emollienti su tutto il corpo per la gestione della malattia, oltre all’uso di prodotti specifici per la pulizia. «Lo shampoo, per esempio, non andrebbe fatto sotto la doccia, meglio farlo a parte », si raccomanda Ruggiero.

   Riguardo l’incremento del problema, come ha rilevato Nunzia Maiello, università di Napoli
dipartimento Donna e bambino, vi sono fattori di rischio emergenti ambientali, legati a dieta, fumo, urbanizzazione, persino eccessiva igiene. «La cute di lattanti e bambini sembra essere più vulnerabile, ma non c’è evidenza di alterazioni genetiche — dice — La sensibilizzazione agli acari è stabile, quella ai pollini invece è più precoce e intensa». I cortisonici sono i farmaci di elezione, ma già quelli di potenza moderata possono avere effetti dannosi indesiderati (sullo strato corneo) a 4 settimane. Nuovi antinfiammatori (inibitori topici della calcineurina) seppure efficaci, sono gravati da uno stop (black box) della Fda americana. La nuova frontiera sembrano i “riparatori della barriera cutanea”. Migliorano prurito, irritazione, cute secca e lesionata «rompendo il circolo vizioso prurito-grattamento». Poi i “riparatori” senza cortisone. Come quello naturale, con un estratto dal girasole, presto disponibile, che simula l’azione del cortisone: oltre ad essere idratante, lenitivo e ristrutturante per la barriera cutanea, interviene sui fattori infiammatori cutanei che provocano il danno tissutale. Anche come terapia di mantenimento (chiamata “weekend”),
o ai primi sintomi di riacutizzazione, insieme agli idratanti/emollienti di sempre. 

  Recentemente gli studi sulla pelle si sono concentrati sul sequenziare il genoma di tutti i
microorganismi che abitualmente vivono all’interno e sulla superficie del nostro corpo (appunto il microbioma), inducendo anche le grandi aziende cosmetiche ad interessarsi alle
possibili applicazioni. In particolare dai laboratori di L’Oréal si è giunti alla mappatura del microbioma della pelle a tendenza atopica. Ne è nato un balsamo anti-irritazioni e anti-prurito per lattanti, bambini e adulti.

la Repubblica, 5 maggio 2015

Nessun commento:

Posta un commento