Saranno obesi i figli delle mamme insensibili


Nuove spiegazioni sul sovrappeso nei ragazzi

di Cristina Gaviraghi

  Negli Stati Uniti circa il 17% di chi ha tra i due e i 19 anni è obeso, un numero che corrisponde a circa un milione e mezzo di persone e che è triplicato dagli anni Ottanta a oggi. In Italia l'Istituto Superiore di Sanità stima che un bambino su tre, tra i 6 e gli 11 anni, abbia un girovita non proprio ideale. Tutta colpa di cibo spazzatura, TV e videogiochi? Cattiva alimentazione e sedentarietà hanno le loro responsabilità, ma forse l'obesità giovanile ha anche radici più lontane, così remote da risalire ai primi anni di vita del bambino. Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics, l'obesità in età adolescenziale sarebbe infatti legata a un cattivo rapporto della mamma con il figlio.
  Un gruppo di ricercatori americani, guidati da Sarah Anderson, psicologa e docente di epidemiologia all'Ohio State University College of Public Health, ha raccolto dati su quasi mille bambini analizzando anche la qualità del rapporto con la madre. In particolare gli esperti si sono concentrati sul legame madre-figlio quando questi aveva 15, 24 e 36 mesi e, successivamente, hanno messo in relazione i dati rilevati con il peso che gli stessi bambini avevano raggiunto all'età di 15 anni.
  Secondo la scala di valutazione elaborata dal team della Anderson, i bambini che avevano totalizzato un punteggio superiore a tre, corrispondente a un legame madre-figlio di bassa qualità, rischiavano più del doppio di diventare obesi una volta adolescenti, rispetto a chi aveva raggiunto un punteggio prossimo allo zero, indice di un buon rapporto con la mamma. Nel primo caso infatti, la percentuale di ragazzini obesi andava oltre il 26% mentre nel secondo, si fermava al 13%.
  A esporre al rischio obesità i ragazzi sarebbero una scarsa «sensibilità materna» e un elevato «attaccamento insicuro» da parte del piccolo. In altre parole: meno una mamma sa interpretare i bisogni e gli stati emotivi del proprio bambino, intervenendo con affabilità e coerenza e più il piccolo non vede nella madre un porto sicuro cui fare sempre riferimento, tanto maggiore sarà per lui il rischio di diventare obeso una volta raggiunta l' adolescenza. «In realtà — puntualizza la Anderson — avevamo già visto in un precedente studio una correlazione tra il senso di insicurezza che il bambino ha nei confronti della mamma e la sua tendenza all'obesità intorno ai quattro-cinque anni. Con questa nuova ricerca però, abbiamo riscontrato che le alterazioni del peso, causate da un cattivo rapporto madre-figlio, possono comparire anche dopo molti anni».
  La questione della relazione fra il rapporto con la madre nei primi anni di vita e il peso in adolescenza è ancora tutta da esplorare, ma una possibile spiegazione dell’influenza del primo sul secondo risiederebbe nella modalità con cui il bimbo impara ad affrontare e gestire situazioni di stress a livello cerebrale. «Sembra esserci una sovrapposizione — chiarisce la Andersen — tra le aree del cervello che regolano la risposta agli stress, i ritmi sonno-veglia, il bilancio energetico e la regolazione dell'appetito. La mancanza di fiducia del figlio nei confronti della mamma, minerebbe l'abilità del bambino di far fronte agli stress, influenzando così anche la sua capacità di regolare sonno e fame». La soluzione alla questione non si trova certo colpevolizzando le madri; non sempre infatti la sensibilità con cui interagiscono con i figli è influenzata da fattori che riescono o possono controllare. Oltre a promuovere doverosamente la cultura di una corretta alimentazione e di un costante esercizio fisico tra bambini e adolescenti, se i dati dello studio venissero confermati per fronteggiare il rischio di sovrappeso e obesità, bisognerebbe pensare anche a favorire la qualità del rapporto madre-figlio, dato l'impatto che questo può avere sulla salute dei ragazzi.

Corriere della Sera, 18 marzo 2012, pag, 49

Nessun commento:

Posta un commento