Il congedo «guarda nipoti» per i nonni che lavorano


Il progetto Part time e periodi a casa: i bimbi piccoli restino in famiglia

La proposta tedesca: così si riduce lo stress dei genitori

di Paolo Lepri

 Un congedo «guarda-nipoti» per i nonni. In una società che invecchia, e dove si smette di lavorare sempre più tardi, potrebbe essere questa la formula giusta per evitare che Sophie e Maximilian (i nomi che nel 2011 i tedeschi hanno dato più volentieri ai loro figli) vengano lasciati crescere senza le necessarie attenzioni. Nello stesso tempo, potrebbe essere questa una soluzione anche per limitare le temporanee rinunce al lavoro dei genitori (che sono a volte più difficili da gestire) o il ricorso al part-time. La prima a pensarci è stata il ministro per la famiglia Kristina Schröder, trentaquattrenne cristiano-democratica, molto vicina alla cancelliera Angela Merkel. Lei, in realtà, è tornata in ufficio solo dieci settimane dopo la nascita della piccola Lotte-Marie. Ma nei primi giorni ha portato con sé la bambina.
  Secondo la Schröder, è il tempo, più che il denaro, «la valuta-guida di una moderna politica familiare». Non a caso, come osserva Der Spiegel, il rapporto che ha presentato ieri si chiama «Tempo per la famiglia» e parte dal presupposto che sia indispensabile trovare i rimedi per ridurre lo stress che
colpisce i genitori costretti a dividersi tra il lavoro (o a rinunciarvi) e l’educazione dei figli. Stando ai dati contenuti nel rapporto, il 63 per cento dei padri e il 37 per cento della mamme hanno troppo poco tempo da dedicare ai loro bambini. Attualmente, il 25 per cento dei minori di tre anni viene affidato a “baby parking” o ad una persona esterna alla famiglia.
   Per tutte queste ragioni, il contributo dei nonni alla cura e all’educazione dei bambini, che nella stragrande maggioranza dei casi è già uno dei pilastri della moderna organizzazione familiare, potrebbe trovare un quadro normativo in grado di farlo diventare una vera e propria istituzione. La Schröder ha delineato le linee guida del progetto, che tiene anche conto del fatto che i primi nipoti arrivano in media quando le donne hanno 51 anni e gli uomini 53, mentre l’età della pensione sta per essere portata a 67 anni. I nonni non hanno più la giornata libera. Il congedo permetterebbe di ridurre l’orario o sospendere l’attività lavorativa con la certezza di non perdere l’impiego. Al contrario di quanto accade per i genitori, che oggi conservano i due terzi dello stipendio per un anno fino ad un massimo di 1.800 euro, questo nuovo tipo di permesso non sarebbe retribuito, tranne (forse) nel caso che nessuno in famiglia si avvalga già di questa possibilità. Ma, come dice la Schröder, conta più il tempo che il denaro.
  Va riconosciuto comunque che il ministro per la famiglia tedesco non solo è fortemente contraria alle restrizioni proposte da tecnici ed economisti, ma vuole invece ampliare le facilitazioni per padri e madri, tanto per quanto riguarda la durata del distacco quanto per la possibilità di usufruirne in relazione all’età dei figli. La discussione è già iniziata e sarà sicuramente molto approfondita, perché le politiche per la famiglia sono uno degli argomenti-chiave in questa ultima parte della legislatura che si concluderà con le elezioni dell’autunno 2013. E tutti hanno le loro idee, imprenditori compresi.
  Comunque vadano le cose, i bambini si preparino a passare sempre più tempo con i loro nonni. I più grandi, forse, hanno tutto da guadagnare. Perché l’età porta saggezza. Sono stati accolti infatti con grande preoccupazione, nei giorni scorsi, i risultati di un sondaggio secondo cui il cinquanta per cento dei genitori tedeschi non sa ancora rinunciare alle punizioni fisiche. Nonostante che una legge lo vieti espressamente.
  Il ministro  Schröder: «Il tempo è la valuta-guida di una moderna politica familiare». 

 Corriere della Sera, 15 marzo 2012, pag,31

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