Progetto con i ginecologi:
sostegno e aiuto alle donne nelle 120 ore “critiche”.
Le molecole bloccano
l’ovulazione: non sono abortive
di Cecilia Ranza
non protetto, a rischio di gravidanza. «Quasi la metà ha meno di 20 anni e un altro 40% non supera i 30» precisa Elsa Del Bo, referente del neonato Progetto. «Ma non c’è età che conti di fronte all’ansia, alla paura che accomuna tutte e spesso diventa panico, soprattutto perché la disinformazione sulla contraccezione d’emergenza è diffusa e pericolosa. Chi arriva al consultorio ha bisogno di una figura rassicurante, informata, pronta all’ascolto e dotata delle risorse adatte a indirizzare l’intervento in modo corretto e veloce».
In Italia, la contraccezione d’emergenza è
infatti sottoposta a regole ferree ed è a carico della donna, con sporadiche
eccezioni che non fanno testo: ciò che non è nel resto d’Europa né in Usa. I
farmaci approvati sono due e devono essere prescritti dal medico, qualunque sia
l’età della ragazza/donna. Levonorgestrel (2 compresse da 0,75 mg) è la
molecola capostipite, ma la sua efficacia cade se si utilizza dopo 72 ore dal
rapporto non protetto. Dal canto suo ulipristal acetato (approvato nel 2009
dall’Europa, in Italia dal 2012) funziona anche se assunto tra 72 e 120 ore (5
giorni), ma è obbligatorio eseguire prima anche un test di gravidanza. «Non
comprendiamo questa necessità», spiega Giovanni Fattorini, presidente di Agite,
«Entrambe le molecole impediscono l’ovulazione, quindi non sono abortive,
agiscono a monte. Significa che, se la gravidanza è in atto, non viene
interrotta. Secondo i dati di sorveglianza raccolti sin qui, inoltre, nessuna
delle due molecole ha effetti negativi sullo sviluppo di un eventuale
embrione».
Fattorini completa: «È fondamentale
rassicurare anche sugli effetti collaterali. I più frequenti: un ciclo
mestruale più leggero, o più marcato nel mese successivo; spotting nei giorni
successivi all’assunzione; mastodinìa (tensione e dolore alle mammelle), come
nei giorni prima del ciclo. Più rari invece nausea, mal di testa, vomito, diarrea».
Il medico valuta e prescrive, ma ascolto, rassicurazione e certezza del
counseling anche dopo l’emergenza sono affidate all’ostetrica. «Il nostro
Progetto forma persone in grado di accompagnare la donna (e la coppia) anche
dopo l’emergenza» afferma Antonella Marchi, Presidente Aio. Esiste anche qui,
come nella interruzione di gravidanza, il caso di obiettori di coscienza «ma
chi si astiene deve garantire alla donna la rapida disponibilità di un collega.
Quasi sempre siamo noi ostetriche a occuparci di questo aspetto, evitando
ulteriori traumi emotivi alle donne (e alle coppie)», conclude Marchi.
la Repubblica, 4 giugno
2013, pag, 31
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