Ginecologi e ostetrici


 A convegno: diritti del feto
riconoscimento necessario per scelte più consapevoli

di Marina Tomarro

  «Per il feto è necessario che siano chiari, e maggiormente conosciuti, i suoi diritti, anche non scritti, concernenti la sua vita e le condizioni previste per il suo sviluppo, per permettere alla madre una decisione compiutamente responsabile».

  È questo il cuore del documento condiviso dalle Cattedre di Ginecologia e Ostetricia delle Università Romane frutto del convegno che si è svolto ieri mattina a Roma, presso l’Accademia di storia dell’arte sanitaria sul tema   “Riflessioni su una legge di Stato. La 194/78”.

  «È giusto – ha spiegato Domenico Arduini dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – che nessuno si vada a sostituire alla drammatica decisione di una donna che decide di interrompere una gravidanza. Ma diventa indispensabile, però, che la gestante sappia esattamente ciò che va a fare».

Diversi aborti avvengono quando vengono riscontrati problemi nel feto: «Tra le malformazioni riscontrate – continua Arduini – solo il 2% è reale. Questo perché non esistono ancora tecnologie che ci permettano di essere sicuri totalmente delle diagnosi» .

  In occasione della Giornata per la vita, l’Associazione Italiana ginecologi e ostetrici cattolici ha manifestato al presidente Giorgio Napolitano tutta la delusione per la freddezza con cui i Giudici della III Sezione Civile della Corte Costituzionale hanno risposto a un loro precedente appello in cui si chiedeva di garantire i diritti alle vite umane più deboli e indifese, stabilendo invece che «vivere una vita malformata è di per se una situazione esistenziale negativa». Il presidente Napolitano non ha tardato a
rispondere: «La differenza nella tutela risarcitoria, non è tra non nascere o nascere” malati, ma nascere sani o malati, perché vivere una vita malformata è di per se una situazione negativa».

Avvenire, 3febbraio 2013, pag, 11

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