È grave fare assaggiare


Un sorso di vino o birra a un bambino piccolo?

di Gian Paolo Salvioli

  Innanzitutto bisogna ricordare che le abitudini dei primi anni di vita si mantengono per sempre: per tale motivo come vengono sconsigliate le bevande gassate che contengono zuccheri e che forniscono quindi molte calorie non necessarie, così non devono essere somministrati alcolici, compresi vino e birra, nell’età infantile.

  L’alcol non è un nutriente necessario né per i bambini e adolescenti né per gli adulti. Sono noti i danni causati dall’assunzione di alcol durante la gravidanza sull’embrione e sul feto sì che si parla di fetopatia alcolica per i gravi danni che si manifestano nei neonati a carico di molti organi e soprattutto a carico del cervello. Tali danni sono ovviamente correlati ad elevate quantità di alcol introdotte durante la gravidanza e sono circa 3.000 i neonati ogni anno con fetopatia da alcol.

  L’abuso di alcol determina negli alcolisti la cirrosi epatica, il cancro dell’apparato digerente, ipertensione e malattie del sistema cardiocircolatorio, disturbi del comportamento. Il consumo di alcol, soprattutto nei giovani, causa euforia e perdita del controllo della realtà e rappresenta la causa di incidenti stradali con migliaia di feriti.
  È importante quindi che ai genitori vengano dati consigli utili per prevenire l’abitudine a bere alcolici nei propri figli.


  Da uno studio condotto recentemente dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza in collaborazione con l’Osservatorio Permanente Giovani e Alcol risulta che il primo bicchiere spesso è offerto da mamma e papà in occasione di feste di compleanno o matrimoni anche nei primi anni di vita. Circa il 30% del campione di giovani intervistato nella citata ricerca dichiara di avere avuto il primo contatto con l’alcol tra i 6 e i 10 anni e addirittura prima dei 6 anni nell’8% dei casi.

  Esistono differenze territoriali nel nostro paese e fra l’Italia e i Paesi del Nord Europa nei quali l’alcolismo è diffuso anche fra i giovani: nella nostra realtà, come è stato accennato, il primo contatto con l’alcol, soprattutto
con il vino, avviene in ambito familiare e per questa ragione è fondamentale l’esempio che i genitori danno.

  Il consumo di bevande alcoliche deve essere sempre moderato da parte dei familiari adulti e appare utile più che vietare l’uso di alcol nei figli attuare alcune regole comportamentali utili, quali quelle suggerite dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità. Oltre al buon esempio di moderazione è necessario parlare con i figli sottolineando come i vari spot televisivi sul consumo di sostanze alcoliche si fondano solo su aspetti consumistici e non si curano della salute che viene messa a rischio dall’alcol sia in via diretta (tossicità sul fegato e altri organi) sia indirettamente causando incidenti stradali spesso mortali. Bisogna educare i ragazzi sin da bambini a comprendere la differenza fra uso ed abuso, sottolineando il pericolo della dipendenza che si instaura.

  Nelle femmine gli effetti negativi dell’alcol sono maggiori perché l’organismo femminile lo smaltisce più difficilmente.

  Oggigiorno le bevande a cosiddetto basso contenuto alcolico sono molto diffuse in circa il 59% dei giovani dei quali oltre il 17% le consuma in modo abituale. Tali bevande abituano i ragazzi all’alcol e creano dipendenza ed essi non percepiscono il rischio a cui vanno incontro: si deve insegnare a leggere le etichette sui contenitori affinché si diventi un consumatore consapevole di ciò che beve.

  Da quanto esposto il consiglio è quello di evitare nei modi meno autoritari l’inizio di consumo di alcol e quindi di vino e birra prima dei 12/13 anni di età, fornendo le spiegazioni di tale atteggiamento da parte dei genitori, ai quali si raccomanda di moderare il consumo di alcol che deve essere assunto sempre durante il pasto: in conclusione dialogare con i figli, anche in tenera età; tenere gli occhi aperti, non drammatizzare ma non sottovalutare i rischi.

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