Lo specialista
di Antonella Sparvoli
Per superare indenne la stagione
dell’influenza un buon metodo è lavarsi spesso e bene le mani.
Questo
accorgimento, all’apparenza banale, è una delle azioni più efficaci per ridurre
il rischio di infezioni respiratorie, gastrointestinali e cutanee. «Le mani sono un ricettacolo di germi, dei
quali solo circa il 20% è rappresentato da microrganismi che risiedono
normalmente sulla cute senza creare danni — spiega Fabrizio Pregliasco, del
Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano —. A
questi però possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell’aria o con
cui veniamo in contatto toccando le più diverse superfici. E può bastare poco
per trasferire questi microbi dalle mani alla bocca, e quindi per ammalarsi.
Tuttavia lavando bene le mani, soprattutto in alcune circostanze, si limitano i
rischi».
Come
vanno lavate le mani?
«Acqua, normale sapone, accurato sfregamento,
abbondante risciacquo e attenta asciugatura: questi sono i principali passaggi
di quello che viene definito il lavaggio sociale, quello che ognuno di noi
compie ogni giorno. Il tutto dovrebbe durare almeno 40-60 secondi, mentre in
genere non vi si dedicano più di 10-20 secondi. L’obiettivo non è sterilizzare
le mani, ma allontanare il più possibile la flora batterica transitoria. Per
fare ciò è molto importante sfregare bene le mani col sapone e poi, dopo il
risciacquo, asciugarle bene, meglio con una salvietta monouso, specie se si è
fuori casa. Quest’ultimo passaggio è importante perché l’umidità può favorire
la moltiplicazione dei microrganismi, sminuendo così l’efficacia della pulizia.
Altrettanto importante è chiudere il rubinetto e aprire la porta usando un
fazzoletto di carta».
Meglio
il sapone o i prodotti disinfettanti?
«I saponi con disinfettanti o antisettici
hanno senso solo in alcune circostanze, per esempio in ospedale. Le mani
sporche degli operatori sanitari sono le prime responsabili della diffusione di
infezioni ospedaliere. Uno dei
momenti più delicati in ospedale è la
preparazione a un intervento chirurgico: in questi casi il medico deve lavarsi
in modo più meticoloso. Questo tipo di lavaggio, detto chirurgico, dura di più,
prevede l’uso di antisettici e di uno spazzolino o di una spugnetta monouso per
rimuovere meglio lo sporco. Infine, quando si è fuori casa e non c’è un bagno
si può ricorrere a piccoli dispenser da usare a secco contenenti soluzioni
disinfettanti a base alcolica».
Quando è particolarmente importante lavarsi
le mani? «I momenti "critici" sono: dopo la preparazione dei cibi,
dopo aver toccato un animale, dopo essersi soffiati il naso, aver tossito o
starnutito. E ancora, prima di mangiare, di cucinare, di medicare ferite o di
indossare lenti a contatto»
Non
è sbagliato, però, lavarsi troppo le mani?
«Lavarsi le mani non deve diventare una
mania: troppi lavaggi possono diventare nocivi perché si rischia di eliminare
anche i germi buoni, favorire irritazioni e facilitare fenomeni di
sensibilizzazione allergica».
Insegnare a un bambino piccolo a lavarsi bene
le mani nei momenti cruciali è un utile investimento
Corriere della Sera, 20
gennaio 2013, pag, 45
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