passerà crescendo
di Federica Mormando
Nel rapporto tra fratelli la famiglia ha molto peso, ma non è
l’unico fattore. I fratelli possono avere caratteristiche anche incompatibili.
Avere gli stessi punti di riferimento affettivi può sfociare in gelosie o
alleanze, spesso per tutta la vita. I genitori, i nonni, devono creare il
gruppo solidale, riconoscendo e distinguendo — mai imponendo — particolarità e
ruolo di ognuno. Se si è più in sintonia con uno dei figli, meglio dichiararlo,
in modo che gli altri abbiano come interlocutore il genitore in questione, e se
la piglino meno coi fratelli. Bisogna evitare di suggerire la gelosia, ad
esempio dedicando qualche ora (anche su appuntamento: questo sabato io e te…) a
ogni figlio da solo, in modo che i rapporti non siano solo di gruppo. Questa
esigenza si avverte molto nelle separazioni, in cui i figli vanno in blocco da
un genitore. Fare al compleanno di ogni figlio regali anche agli altri, è
suggerire la gelosia, come dare a tutti la stessa cosa: i figli devono sapere
che per ognuno c’è un momento e uno stile esclusivo. Quanto al sesso,
attenzione a non penalizzare maschi o femmine, imponendo ad esempio
lavori di casa alle femmine e alte aspettative ai maschi. Altro crimine
verso la fratellanza è indurre un figlio a «fare la spia», o privilegiarlo con
confidenze personali, o chiedere in generale ai figli notizie sui fratelli o
fare commenti indiretti all’uno e dell’altro. E soprattutto, inventare momenti
tutti insieme, lieti (cantare e suonare
insieme), impegnativi, come fare insieme i conti per gli acquisti
dell’anno, generosi, come aiutare qualcuno in
difficoltà. Se l’ambivalenza e la
rivalità sono evidenti, parliamone. Cerchiamo di motivare tutti a risolvere i
conflitti. Anche se i figli sono piccoli: ragionare insieme può essere
risolutivo!
Corriere della Sera, 30 giugno 2012, pag, 27
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