PER LA FELICITÀ DELLA FAMIGLIA, PER IL BENESSERE DELLA
SOCIETÀ
Piero Gheddo
La Festa della Famiglia 2012 a Milano ha
lasciato non solo un generico buon ricordo, ma anche una forte impressione di
rinascita della famiglia cristiana. Da un pezzo non si vedevano in giro, per le
vie di Milano e alla Messa del Papa al Parco di Bresso del 3 giugno, tante famiglie
con tre o più figli al seguito, mai tanti bambini trotterellanti, tanti poppanti
in carrozzina o in braccio a mamme e papà, mai tanti giovani e ragazze. Uno
spettacolo di giovinezza e di gioia. Erano famiglie da ogni parte del mondo, di
molte etnie e lingue. Papa Benedetto ha augurato agli sposi cristiani: «Il
vostro matrimonio sia fecondo per voi stessi, perché desiderate e realizzate il
bene vostro e dell’altro… e poi fecondo nella procreazione generosa e
responsabile dei figli». È l’augurio che facciamo tutti perché questa è la
realtà che tutti o quasi riconoscono (anche se si stenta a parlarne): la crisi
di cui soffre l’Italia non è anzitutto politica o economica, ma crisi della
famiglia. Quando ci allontaniamo da Cristo e dalla morale cristiana e non ci
fidiamo più della Provvidenza, è inevitabile che la famiglia e la società
vadano in crisi. Nulla è più razionale e umano che il principio della morale
cattolica: non bisogna negare o uccidere la vita dei bambini che Dio manda. La
complessiva diminuzione dei figli è il segno evidente di come negare la vita
significa affossare l’economia e precipitare la società in un groviglio di contraddizioni,
semplicemente perché mancano i giovani e un paese senza giovani si autosuicida.
Secondo i dati Istat del gennaio 2011, gli italiani di 65 e più anni sono il
20%, i giovani con meno di 15 anni solo il 14%, rispetto al 18,5% del 1995! Le
donne in età fertile dovrebbero avere in media 2,1 figli per equilibrare il
numero delle morti, mentre in Italia siamo all’1,33%. Siamo una società di
vecchi e di pensionati, il popolo italiano diminuisce di più di 100mila
individui all’anno. Gli stranieri legalmente residenti in Italia, sempre
all’inizio del 2011, erano 4 milioni e 563mila, tre volte più di dieci anni fa,
nel 2001! Dove c’è richiesta di mano d’opera perché mancano i giovani, è logico
che gli stranieri poveri vengano a riempire questi vuoti. E meno male,
altrimenti l’Italia si bloccherebbe in ogni senso e
settore di vita. Dopo la
Festa della Famiglia, ho letto non pochi commenti, riflessioni, testimonianze.
Credo si debba dire con chiarezza alle giovani famiglie cristiane: la miglior
testimonianza di fede e di vita cristiana che potete dare è di fare molti
figli, tutti quelli che Dio manda al vostro amore. Non abbiate paura! Dio non
vi abbandona! Temo invece che troppo spesso si parta già col progetto di un
figlio o al massimo due e poi basta. Rosetta e Giovanni, i servi di Dio miei
genitori, chiedevano a Dio di concedere loro 12 figli, poi la mamma è morta
dopo sei anni di matrimonio con tre bambini vivi e due gemellini morti con lei.
Ma anche oggi conosco non poche famiglie di gente comune che hanno quattro,
cinque e più figli. Cristiani del nostro tempo che si sono fidati della
Provvidenza. I coniugi Anna e Nicola Celora di Meda (Milano), insegnanti di
scuola media, si sono sposati nel 1993 e hanno avuto otto figli (l’ultimo nato
nel 2007), di cui sette viventi. I coniugi Susanna e Michele Rizza della
parrocchia di Niguarda, impiegati al catasto di Milano, si sono sposati nel
1969 e hanno avuto sette figli e 21 nipoti, ma altri sono ancora in arrivo. La
signora mi dice: «Quando ho avuto i figli uno dopo l’altro, le amiche mi
dicevano: "Poverina!", nessuna diceva: "Che bello!". Adesso
tutte dicono: "Siete stati fortunati! I molti figli vi hanno mantenuti
giovani". Certo abbiamo condotto una vita austera, ma i figli si educano
molto meglio se sono tanti e si abituano a fare a meno di tante cose». Gli
esempi sono tanti e dimostrano che anche nella nostra società consumistica,
nella quale il cristiano, se vuole vivere da cristiano, deve andare contro
corrente, è possibile avere più di uno o al massimo due figli. È vero che poi
bisogna insistere affinché lo stato assista le famiglie numerose, ma è chiaro
che i coniugi cristiani, che si fidano della Provvidenza, i figli li generano
anche nella situazione attuale e non solo sopravvivono, ma vivono meglio di
altre famiglie, danno una forte testimonianza di vita cristiana e rendono un
servizio all’Italia. Papa Benedetto XVI, al termine di una lunga disamina del
problema, scrive : «L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo» (n. 28
della "Caritas in Veritate").
Avvenire, 23 giugno 2012,
pag, 2
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