di Emanuela Minucci
Sono arrivati ad abbandonare una bambina di
otto mesi. Il momento è gravissimo per i nostri servizi sociali. Aumentano
tutte le emergenze. Le violenze ai minori. Le criticità in famiglia. E c’è chi
non ce la fa più a fare il genitore. Ripeto: sono arrivati a lasciarci bambini
di pochi mesi». L’assessore al Welfare Elide Tisi ha gli occhi lucidi durante
la riunione sullo stato dei conti dell’Assistenza. Non ci poteva essere momento
peggiore per decidere un taglio di 3 milioni e 200 mila euro e affrontare un
settembre con 14 milioni stanziati per i servizi sociali che rischiano di non
esserci più grazie alla «spending review». Ieri sera c’è stato un vertice a
Palazzo civico su quest’emergenza. Ed Elide Tisi, per far toccare con mano
all’assessore alle Finanze Gianguido Passoni e ai consiglieri di maggioranza la
drammaticità della situazione ha fatto esempi inquietanti. «La crisi ha acuito
ogni piaga. Abbiamo 1.800 bambini in affido, e ogni giorno i problemi si
complicano, le situazioni si fanno più complesse: per i nostri assistenti
sociali, non c’è mai stato tanto da fare». E il caso di una piccola di pochi
mesi che la famiglia ha deciso di lasciare ai servizi sociali ha toccato i
consiglieri nel profondo. «Ecco perchè sono qui a lottare per un budget sempre
più striminzito – ha concluso Tisi - non c’è mai stato bisogno come adesso di
aiutare questi disperati».
Finanze
al collasso
L’assessore alle Finanze
Gianguido Passoni ha ribadito che il futuro non è certo roseo. E che per il
prossimo anno la situazione potrà pure peggiorare. «Sicuramente occorre
valorizzare il patrimonio Ipab ed ex Ipab - ha detto la presidente della
commissione Sanità Lucia Centillo - destinando i proventi al settore
assistenziale. Ora però è urgente trovare quei 14 milioni in capo al welfare di
servizi attivi che ad oggi mancano. Quando abbiamo approvato la delibera che
revocava ciò che generosamente il Comune dava in più rispetto ai nuovi limiti
fissati dalla Regione, abbiamo trattato un emendamento che in qualche modo
limitava il taglio sulla franchigia immobiliare. Ora dobbiamo definire il
rispetto di questo impegno, ma anche non trascurare l’intervento sulle liste di
attesa (almeno per i codici rossi) e il finanziamento dei servizi ora non
coperti per tutto l’anno».
Sel
e i tagli
Anche se non ha potuto
partecipare alla riunione cui era presente il collega Marco Grimaldi il più
arrabbiato è il capogruppo di Sel Michele Curto: «Il sindaco Fassino aveva
preso un impegno: non taglieremo i servizi. Ebbene rischia di essere smentito
dai fatti. Ad esempio, la delibera sull’assistenza ai non autosufficienti, che
non a caso non aveva ricevuto il nostro voto favorevole, se non dovesse trovare
le coperture per essere applicata almeno nella sua forma emendata, colpirebbe
duramente persone e famiglie, che per la loro condizione, sono fra le più
fragili. Sul fondo d’aiuto sull’Imu prima casa per disoccupati, cassaintegrati
e anziani soli non accettiamo passi indietro».
Il ricorso I guai del
Welfare torinese non finiscono qui. La delibera che fissa il taglio del budget
derivante dalle ristrettezze imposte da Regione e governo, finirà al Tar. A
fare ricorso è il Csa. Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di
base. A riassumere i motivi del ricorso è il presidente Santanera: «Il Comune
ha motivato la necessità della riduzione delle prestazioni sulla base della
forte diminuzione dei finanziamenti nazionali e regionali, ma ha mancato di
assegnare al settore socio-assistenziale quei 43 milioni sottratti a detto
settore attraverso un “immorale espediente”». E chiarisce : «Quei 43 milioni
arrivavano dalla vendita di beni donati al Comune a seguito delle estinzioni di
Ipab e di enti assistenziali analoghi. In base alla legge questi beni sono
vincolati al socioassistenziale, mentre il Comune li ha dirottati su altri
settori».
La Stampa, 10 luglio 2012,
pag, 48
Nessun commento:
Posta un commento