Rossano Astremo e Maria Carrano
Diventare genitori in Italia
Diventare genitori in Italia
Castelvecchi Editore, pag.175, Euro 12,90
IL LIBRO – Cosa significa, oggi, diventare genitori in Italia? Ritrovarsi a trent’anni con un lavoro precario e, nonostante il parere negativo di amici, conoscenti e familiari, provare a costruire una famiglia, comprare una casa, crescere un figlio? Questo libro racconta la storia vera di Maria e Rossano, dalla notizia della gravidanza fino ai primi complimesi della piccola Rebecca, passando per gli acquisti di mobili a rate, la ristrutturazione del «nido d’amore», il rapporto con le strutture comunali dedicate all’infanzia e, naturalmente, gli eterni tentativi di conciliare le croniche difficoltà professionali con i tempi biologici dello «stato interessante».
Diventare genitori in Italia (Castelvecchi, pp. 185, euro 12,90) è un viaggio autobiografico, un vademecum per future mamme e futuri papà, un caustico atto d’accusa nei confronti di una classe dirigente che, pur difendendo a spada tratta il ruolo decisivo della famiglia nella società, si comporta in modo contrario ai suoi valori, ostacolandola e abbandonando al coraggio individuale l’iniziativa di portarla avanti.
“Maria mi aspetta. È bella come sempre, ma ha le stesse occhiaie profonde della mattina e una pancia piena di tutti libri d’acqua bevuti, necessari per la corretta riuscita dell’ecografia. Aspettiamo il nostro turno, per un tempo indefinito. Alle 14 sono costretto ad andare via perché alle 15 devo essere a lavoro e non sono neanche nelle condizioni di chiedere un permesso perché in scadenza di contratto, e ogni azione contro l’azienda potrebbe significare niente rinnovo. Chiedo a Maria di richiamarmi non appena abbia notizie.
La chiamata arriva un’ora dopo l’inizio del mio turno di lavoro. In sintesi. Lavoro in un call center. Sono uno dei quei rompicoglioni che disturba la quiete domestica negli orari più impensabili e nei momenti meno opportuni. La mattina scrivo articoli per quotidiani e riveste e durante il pomeriggio vendo surgelati per telefono. Parlo con perfetti sconosciuti ai quali cerco di appioppare pacchi di spinaci, fagiolini, patate e minestrone con l’infame promessa che giammai, dopo il primo acquisto, li tempesterò con nuove chiamate. Quindi, quando Maria mi chiama per comunicarmi l’esito dell’ecografia non rispondo subito. Vedo cellulare che lampeggia, segno del sopraggiungere di una chiamata, metto in pausa e mi scaravento in bagno. Non appena Maria risponde, mi dice: Sei pronto a non prendere impegni per i prossimi diciotto anni?”.
UN BRANO – “Inps e maternità. Questo capitolo è utile solo a quelli che hanno un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato in essere, e questo già di per sé fa abbastanza ridere. Maria – Una delle cose più divertenti del diventare mamma è chiedere il congedo per maternità. La prima cosa da sapere è che l’Italia è una Repubblica
fondata sull’incertezza (così recita il primo articolo della costituzione, giuro!). Bisogna essere consapevoli altrimenti non ci si raccapezza più.
fondata sull’incertezza (così recita il primo articolo della costituzione, giuro!). Bisogna essere consapevoli altrimenti non ci si raccapezza più.
Il mondo della previdenza in Italia è gioioso tripudio della fantasia. D’altra parte è risaputo che siamo una Nazione d'artisti ed esprimiamo il nostro talento in ogni ambito della cosa pubblica. Ad un osservatore straniero potrebbe sembrare una giungla senza senso, un po’ come Alice nel paese delle meraviglie solo che i Palmipedoni sono gli impiegati dell’Inps e lo Stregatto è il datore di lavoro.
Però non spaventatevi, perché nel pullulante panorama delle figure che vi porteranno ad ottenere il congedo per maternità, incontrerete anche il Brucaliffo, il Cappellaio matto, il Bianconiglio e chissà quale altra bizzarra creatura.
La fase più istruttiva è quella della raccolta delle informazioni che, a volte, durando oltre la nascita del bambino, offre molteplici vantaggi: tiene attiva la mamma, garantisce l’esercizio mentale, permette di fare nuove amicizie e fa passare in secondo piano i disagi fisici derivanti dalla gravidanza come nausea, dolori e gonfiori.
Probabilmente la procedura è confusa a scopo terapeutico!
Esistono molti canali informativi e quasi tutti qualificati. Intanto c’è internet, sul sito dell’Inps si possono trovare informazioni sul modello dell’oroscopo: generiche, che poi ognuno adatta al proprio caso. C’è anche un numero verde e un indirizzo mail ma quello serve per sviare i servizi segreti perché a memoria d’uomo nessuno ha mai risposto né ad uno né all’altro.
Il significato è chiaro: bisogna recarsi agli sportelli.
Io personalmente la trovo una cosa piacevole perché a Roma, spesso, di fronte agli uffici Inps, trovate un mercatino o d’abbigliamento (nelle zone più centrali) o ortofrutticolo (in periferia), quindi è un’occasione per fare acquisti o una passeggiata rilassante mentre attendete il numero 385, il vostro! Scegliete quindi una bella giornata e dopo la vomitata di rito recatevi in uno degli uffici e chiedete allo sportello informazioni.
Gli impiegati capitolini, che sono per natura portati ad essere gentili, competenti e molto professionali rispondono in lingua autoctona perché sono sostenitori della promozione del vernacolo agli sportelli pubblici: Pia sto modulo e fai la fila. Rispondono così a quasi tutte le domande quindi evitate di stressarli insistendo, non otterrete nulla di più. Mettetevi in fila e non vi aspettate che qualcuno vi faccia passare avanti o vi ceda il posto, neppure se sfoggiate un pancione da record. Grazie alle conquiste del femminismo nessuno si sente più in dovere di farlo!
Un modo piacevole ed originale per passare il tempo è chiamare il proprio datore di lavoro, che specie se si tratta di una grossa azienda vi dirà: Non ci è mai capitato prima una richiesta di maternità, non conosciamo la procedura. Beh, in effetti è plausibile che non abbia fatto figli nessuno in un’azienda che conta più di 40 mila tra dipendenti a tempo indeterminato e determinato!
Seduti allo sportello potete chiedere all’impiegato quale sia la procedura da seguire visto che il datore di lavoro non lo sa. Lui dirà di non preoccuparvi, prenderà il modello che vi hanno dato al banco informazioni e che voi avete compilato con solerzia e attenzione e vi saluterà cordialmente. Lo stato d’animo con cui si compie quest’operazione è lo stesso con cui s’aspetta Babbo Natale e anche il risultato è identico: ad un certo punto scopri che Babbo Natale non esiste, così come il tuo congedo per maternità.
La strategia in questi casi è fondamentale, bisogna come in guerra individuare alleati e nemici, mettere su un piano d’attacco, comprendere le debolezze degli altri e individuare i percorsi più opportuni da seguire. Non sottovalutate le fonti di informazione alternativa come gli amici. In generali quelli che l’hanno fatto prima di voi non si ricordano, quindi vi diranno d’aver preso dei certificati, compilato dei moduli e consegnati da qualche parte, concludendo con un: Alberto, ti ricordi se ho consegnato il certificato medico della gravidanza prima o dopo essere rimasta incinta?
La cosa fondamentale e navigare a vista, procedete per piccoli passi e controllate continuamente che tutto stia andando nel verso giusto. Fonti accreditate sostengono che serva il famigerato mod. MAT COD SR01 compilato (da chi?) e consegnato all’Inps previa dichiarazione del vostro ginecologo che dopo anni di studi e specializzazione è in grado di confermare che sì, siete proprio incinta e non è che avete preso qualche chilo mangiando più del dovuto.
Tale modello protocollato va poi dato al datore di lavoro, che, specie se lavorate in una grande azienda, provvederà a perderlo, a bruciarlo, a darlo in pasto ai pesci, o semplicemente a non sapere cosa farci per circa 3 mesi. Passato questo periodo finestra ci si pone alcune inquietanti domande vedendo il conto in banca prendere una piega devastante verso il basso. Cosa sarà successo al mio modello A? Avrò sbagliato a consegnarlo? Non avendo più gli originali come faccio?
Così inizia la fase più eccitante, quella in cui telefoni ossessivamente all’ufficio del personale cercando di capire cosa è andato storto. Per lo più fingeranno di non saperne nulla, di essere stati assenti, non essersene occupati personalmente, d’essere l’ufficio sbagliato, la persona sbagliata, l’anno e la città sbagliata, più in generale il mondo sbagliato, proprio come vi sentirete voi.
Un’altra delle cose che probabilmente vi diranno è di non aver ricevuto l’incartamento via fax.”
INDICE DEL VOLUME – Diventare genitori in Italia – La notizia (1) - La notizia (2) – I nonni (1) – I nonni (2) – Gli amici (1) – Gli amici (2) – La clinica – La scelta del nome (1) – Il lavoro (1) – Il lavoro (2) – Inps e maternità – Guidare con cautela per evitare le fosse – Culla, passeggino e vestiti – Manuali di puericultura – I luoghi comuni – Abbigliamento mamma – La casa e il mutuo – La ristrutturazione – Il corso pre-parto – Il parto (1) – Il parto (2) – La scelta del nome (2) – Il doppio cognome – Congedo parentale – Sesso – L’allattamento – Cinema – La scelta de pediatra – I vaccini – I nuovi amici – Dove andare con un neonato – Lo svezzamento – Fondo credito per i nuovi nati – Viaggi.
GLI AUTORI – Rossano Astremo è nato a Mesagne (Brindisi) nel 1979. Con la Newton Compton ha pubblicato i volumi 101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita (2009) e 101 storie sulla Puglia che non ti hanno mai raccontato (2010).
Maria Carrano è nata a Taurianova (Reggio Calabria) e lavora nel campo della regia televisiva. Al suo attivo ha diversi reality per Rai e Mediaset, come Grande fratello e Campioni, il sogno, e programmi di approfondimento come Ombre sul giallo.
Maria e Rossano si sono conosciuti a Roma, dove vivono e lavorano, nel 2007. Nel 2009 sono diventati in tre grazie all’arrivo di Rebecca.
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