Come affrontare la paura di crescere di un bambino

di Federica Mormando
  Il mio bambino piangeva disperato all’idea che (fra un anno!) dovrà lasciare le elementari per le medie. Non per il dolore di separarsi dai compagni, ma perché «non voglio diventare grande!». Anche altri genitori riferiscono la stessa cosa. La paura di crescere nei bambini è abbastanza frequente, anche se non tutti la esprimono. La si riconosce da segnali come l’esagerata dipendenza, il timore di stare lontani, i progetti  scarsi. Chiediamoci in questi casi che cosa abbiamo fatto per dimostrare che grandi è meglio, e anche se ne siamo convinti noi. E se lo desideriamo, che i piccoli diventino grandi! La voglia di crescere nasce dalla prospettiva di conquiste oggi proibite. «Quando sarai grande potrai... Quando lavorerai, quando avrai la tua casa...». Frasi che possono sembrarci un ricatto, una prepotenza, ma che dette serenamente trasmettono un obiettivo. Come tante conversazioni fra adulti, se sono quasi un mistero per il bambino che ne è escluso. Come i genitori che escono la sera insieme ridenti e da soli, verso un mondo affascinante per soli grandi. Come se il lavoro è comunicato come fortuna e non come peso. E se gli adulti non sono a servizio dei bambini, mostrando così la superiorità dell’età
infantile. Se si mostrano più lieti che preoccupati, se portano speranze un po’ reali e un po’ fantastiche: quando sarai grande, chissà, andrai a vedere quelle stelle laggiù. Dicono che non c’è lavoro? Ma no, ci saranno lavori da inventare, nuovi! Se abituiamo i bambini ad amare il difficile invece di sfuggirlo, se mostriamo ideali che diano il senso di poter migliorare il mondo, la voglia di crescere sarà attizzata. Se non diamo loro sensi di colpa, tipo: «Cosa fa la mamma senza di me?». Se non li ancoriamo a un destino che non possono scegliere (da grande toccherà a te...), crescere sarà un’avventura più interessante dei videogiochi. Come la prima media, da dipingere non come un paradiso, ma come un’utile tappa necessaria da rendere bella. Mostriamo la vita come l’Eden che non è? Ma no, messaggi sui suoi pericoli ce ne sono tanti: arrivano tutti!
Corriere della Sera, 23 luglio 2011,  pag, 37

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