Ecco perché arrampicarsi sugli alberi fa crescere meglio

“Insegnate ai vostri figli i vecchi giochi all’aperto” l’appello degli psicologi
D Maria Novella de Luca
  Un manifesto per tornare a giocare nei parchi. Per riscoprire l’acqua, la terra, la sfida di fare la lotta e arrampicarsi sugli alberi, per abbandonare mouse, tastiere e Pc e rifugiarsi in una tana segreta, in una casa tra i rami, in un vascello fatto di legni e bastoni. Correndo, bagnandosi, sporcandosi. Respirando. La vita “fuori” contro la vita “dentro”: perché giocando si cresce e l’intelligenza si sviluppa. Il movimento è europeo, trasversale, non solo ecologista, ma soprattutto educativo: fate ritrovare ai bambini il senso della natura, dell’aria, della fisicità: altrimenti diventeranno grassi e infelici. La strategia: recuperare i giochi scomparsi. Dalla lotta, che insegna il senso del limite, al nascondino, dall’arrampicarsi all’acchiapparsi. Il pallone, la corda, la corsa, l’altalena per sentirsi liberi, le fontanelle e i rifugi delle formiche.
 Mondo bambino. Dove, dice l’Istat, la vita è sempre più indoor, il 97% dei bambini italiani afferma di giocare
esclusivamente “in casa”, mentre campi, parchi e giardini - secchi, sporchi, spesso pericolosi - scendono agli ultimi posti della classifica. In una erosione che via via rimpicciolisce cortili, spazi verdi, marciapiedi, a favore dei giardini di cemento. È il mondo in chiaroscuro dell’infanzia italiana così come lo racconta il libro “A piedi nudi nel verde” (Giunti) di Anna e Albertina Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma la prima, docente di Filosofia della scienza a Chieti la seconda. Un libro «militante per spiegare quanto i nostri bambini abbiano bisogno di riscoprire i giochi di movimento e all’aria aperta, perché tutto questo li aiuterà a crescere, a sviluppare la loro intelligenza ». A ritrovare insomma il loro cuore “Robinson”.

  Una tesi quasi controcorrente, in tempi di mamme tigri e competizioni esasperate tra bimbi di 7/8 anni, con le giornate piene di impegni irrinunciabili, e un po’ di relax soltanto la sera davanti al Pc. «L’idea di questo libro mi è venuta ascoltando alcuni genitori che sostenevano come l’agorà dei bambini del nostro tempo sia ormai Internet. Invece no: l’infanzia è fatta di movimento e di scoperte, i bambini devono correre, sporcarsi, misurarsi in spazi liberi. È qui che si sviluppa il pensiero, attraverso la motricità, i cinque sensi, la fantasia. Ma le città sono diventate così pericolose - aggiunge Oliverio Ferraris – che gli adulti hanno paura, e la loro paura confina i figli dentro casa». Con il risultato che i più piccoli diventano grassi, irritabili, disattenti. Bimbi così ignari della natura da citare “i pesci bastoncino e le mucche blu”, come nella pubblicità. «In molte città del Nord Europa strade e centri sono stati riconvertiti a luoghi di gioco, penso all’esperimento di alcune città tedesche dove ogni giorno diverse strade vengono transennate per far spazio ai bambini con palloni e biciclette».
  Esperimento impossibile nella giungla del traffico italiano. Eppure un esempio di vita en plein air, dove sperimentare totalmente l’esperienza del gioco, sono in Italia i centri Cemea, basati sul principio dell’educazione attiva e sul modello nato in Francia nel 1937. «Nei soggiorni estivi per bambini e adolescenti» racconta Gianfranco Staccioli, presidente del Cemea italiano «in ambienti dove la natura è fondamentale, noi cerchiamo di sviluppare proprio questo: il gioco come opportunità nella costruzione di sé, attraverso il movimento, il teatro, ogni tipo di attività ludica, che sviluppino sia l’ambito cognitivo che quello relazionale e affettivo del bambino».
Costruirsi case e Arrampicarsi
  La casa sotto il tavolo traccia un confine tra la propria vita interiore e il resto del mondo. E' l'affermazione dell'individualità. Arrampicarsi su sbarre, cancelli, muretti Piacere fisico prodotto dal movimento "acrobatico", ma anche l'affermazione della propria abilità davanti agli amici e coetanei
Fare la lotta
  I bambini si esercitano nell'attacco e nella difesa, imparano fin dove possono spingersi e quando bisogna fermarsi prima che il gioco degeneri.
Nascondino
  C'è il piacere di individuare un nascondiglio perfetto, grazie a muscoli e intuizione, l'eccitazione di essere scoperti, separarsi e poi ricongiungersi ai compagni.
Sporcarsi con acqua, terra, sabbia
  Toccare elementi naturali, bagnarsi i vestiti, dà una sensazione di padronanza della materia e di libertà
Inseguimento
  È l'eccitazione di scappare e di essere acchiappati, invertendo poi i ruoli. È la dimostrazione di abilità e di velocità.
Perdere l'equilibrio
È quel senso di libertà e stordimento che procurano l'altalena, il girotondo, fare la trottola su se stessi: si perde il controllo e poi si ritrova, si impara ad entrare ed uscire da un'emozione.
Classifica dei giochi
I primi dieci tipi di gioco per i bimbi da 6 a 10 anni
Femmine  Bambole Giocare a pallone Disegnare/colorare Giochi di movimento Pupazzi/peluches Videogiochi Giochi di attività domestiche Giochi da tavolo Costruzioni e puzzle  Giochi di ruolo Figurine.
Maschi   Giovare a pallone videogiochi Giochi di movimento Figurine Disegnare e colorare Automobiline e trenini Costruzioni e puzzle Mostri Animali domestici.
I giochi di movimento si fanno più con i padri (59,3 per cento dei casi) che con le madri (38,7)
Il luogo in cui si gioca 97,1% La casa, 35,6% Il giardino,  29,7% Il cortile, 16,7% Oratorio e parrocchia  13,8% Campi e prati,  7,4% Strade poco trafficate
la Repubblica, 21 Giugno 2011, pag, 23

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