Spegnete tv e dvd. Figli felici e intelligenti con amici e fantasia

In un libro, come sviluppare il cervello tra 0 e 5 anni

di Elena Dusi

  “Non comprategli i dvd di Baby Einstein, che promettono di sviluppare l’intelligenza dei bambini. Piuttosto, inondateli di baci e parole”. Perché da sempre i cuccioli d’uomo sono cresciuti in tribù dove gli individui si guardano e si scambiano messaggi, e non davanti ad apparecchi che comunicano a senso unico. Ed è guardando ai primordi dell’umanità che il biologo molecolare e dello sviluppo all’università di Washington John Medina risponde alle domande che i genitori gli rivolgono: “Come si fa a crescere un figlio felice e intelligente?”.
  La risposta è un inno alla socialità, all’interazione, alla parola, allo scambio di sguardi ed emozioni,  contenuto nel libro “Naturalmente intelligenti, Istruzioni per lo sviluppo armonioso del cervello dei bambini della prima età”, in uscita per Bollati Boringhieri il 14 aprile (19 euro, 320 pagine). “Gioco di immaginazione, tanta comunicazione verbale e lodi all’impegno” sono i tre pilastri su cui costruire l’educazione di un bambino tra 0 e 5 anni.
  “Tutto quello che si fa nei primi cinque anni di vita di un figlio o una figlia, e non solo nel primo anno, influenzerà il suo comportamento adulto” spiega Medina. Che estende in realtà il periodo formativo alla gestazione, “periodo in cui avviene un Big Bang biologico, con il cervello che parte da una singola cellula e nel giro di poche settimane produce cellule nervose al vorticoso tasso di 8mila al secondo”. E in cui i sensi del bambino registrano e ricordano la voce della madre, la musica che ascolta, i cibi che mangia (frutta e verdura in gravidanza renderanno più facile la vita ai genitori quando bisognerà affrontare il minestrone vero) e perfino il profumo che usa.
  Mozart ascoltato in gravidanza verrà forse ricordato e apprezzato da un bambino. Ma secondo Medina non aggiungerà nulla alla sua intelligenza così come i dvd per l’apprendimento linguistico non espanderanno il suo vocabolario. “Le parole devono venire da esseri umani reali e viventi, non da un nastro registrato” spiega lo scienziato in accordo — fra gli altri — con una ricerca appena conclusa all’università di Rochester e pubblicata su Proceedings of the national academy of sciences. L’apprendimento di nuove parole a sei mesi d’età, secondo lo studio, avviene con più facilità quando un adulto scandisce le parole ritmandole,  allungandone le vocali e collegando il loro significato a un oggetto presente nella stanza, con suoni e immagini amalgamate dall’affetto di mamma e papà.
  “La migliore tecnologia per il potenziamento del cervello è un cartoncino, matite colorate e un paio d’ore libere” mentre “la dose giusta di televisione prima di due anni è zero” scrive Medina, che per il suo libro usa ricerche neuro scientifiche recenti, i taccuini scritti quando i suoi due figli erano piccoli (citati con il loro consenso) e gli sfoghi dei genitori raccolti sul sito www. truuconfessions. com. E insieme a nuove parole e nozioni, il compito dei genitori è anche insegnare ai bambini a riconoscere le emozioni. “Sembri triste, sei triste?” chiede un padre alla figlia. “Sei triste perché tua sorella ha ricevuto tutti i regali e tu solo uno. Esiste una parola per questa sensazione, tesoro. Si chiama gelosia” spiega il padre. Tra le mille cose che accadono nel mondo dei bambini, infatti, le emozioni sono fra le più nuove e spaventose. “E loro — spiega Medina — hanno bisogno di sapere cosa siano queste forti sensazioni che provano per riuscire a calmarsi da soli”

 “Rimproveri e sgridate sono inutili
Servono regole, esempi e fermezza”
Stefano Vìcari è primario di neuropsichiatria al Bambin Gesù

di Elena Dusi

ROMA — «La realtà dei bambini ha tre dimensioni, non è piatta come uno schermo. Ecco perché loro imparano ascoltando, guardando e soprattutto imitando gli altri» spiega Stefano Vìcari, primario di neuropsichiatria all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.
  Qual è il suo consiglio per educare un bambino?
  «Rimproveri, proclami e sgridate lasciano il tempo che trovano. Per educare i figli è importante dare l’esempio. I bambini osservano moltissimo quel che fanno gli adulti e l’imitazione è uno dei metodi di apprendimento più efficaci. Per questo, nonostante gli impegni di lavoro, è importante che i genitori passino molto tempo insieme ai figli piccoli. E se si affacciano dei disturbi del linguaggio, consigliamo sempre l’asilo nido. Insieme ai suoi coetanei, un bambino progredisce più rapidamente».
  Qual è il problema educativo che nota più frequentemente, svolgendo il suo lavoro?
  «Manca la capacità di dire “no” ai figli, e poi di mantenere ferma la propria posizione. I bambini non sanno quali sono i limiti da rispettare. È compito dei genitori insegnarglielo. In questo bisogna evitare di essere ambigui e avere il coraggio di imporre dei divieti fermamente».

Lo sviluppo del cervello

500.000 al minuto - i nuovi neuroni prodotti nelle prime settimane di gravidanza
pari a 8.000 cellule al secondo
83% la percentuale di sviluppo dei neuroni che si completa dopo la nascita
25 anni fine dello sviluppo del cervello maschile
20 anni fine dello sviluppo del cervello femminile

Tra 0 e 5 anni 

Luogo comune
Fargli ascoltare Mozart mentre è nell’utero lo farà diventare più intelligente
Luogo comune
I dvd per il potenziamento linguistico accresceranno il suo vocabolario
Luogo comune
I bambini si orientano da soli verso la felicità, basta assecondarli

Realtà
A partire dai sei mesi di gestazione, i bambini sono in grado di ricordare i suoni ascoltati. Da grande il bambino ricorderà forse Mozart, ma non per questo sarà più intelligente
Realtà
I bambini apprendono tramite l’interazione: il loro vocabolario dipende dalle parole che i genitori o gli altri adulti usano con lui. La televisione è deleteria
Realtà
La felicità dei bambini è legata alle loro amicizie. È giusto spingerli alla compagnia degli altri 

I consigli
Ridurre lo stress: gli ormoni dello stress della madre ostacolano lo sviluppo dei neuroni
Usare il ritmo nelle parole: parlare in modo cadenzato lo aiuta a distinguere le parole
Riempire la sua stanza di colori. Libri, giocattoli, carta da parati, scatole colorate e armadi dipinti
Lasciarli soli a giocare, con fogli di carta e matite colorate
Dare l’esempio. Gli ordini non vengono ascoltati
Fare pace con il partner. Se si litiga di fronte al bambino, fare pace sempre davanti a lui
Punirlo immediatamente, così sarà più facile collegare la punizione al comportamento sbagliato
Descrivere i propri sentimenti. Lo aiuterà a decifrare e capire i sentimenti altrui
Scrivere le regole. Non imporre regole in base alla rabbia, ma farlo con calma e scriverle in un posto visibile

la Repubblica,  4 aprile 2011, pag, 39

Nessun commento:

Posta un commento