Alberghi vietati ai bambini

Estate tra relax e un po’ di cinismo

Luigi Offedd

 
Childfree, letteralmente «senza bambini» o «libero dai bambini». Così si presenta l’hotel Thalassa Beach Resort sulle spiagge dell’isola di Creta, in Grecia. Cinque stelle, camere con «vista spettacolare sul mare», una junior suite offerta a 2.260 euro per settimana (e già ieri, per telefono, «sorry, non abbiamo posto»). Età minima del cliente, 16 anni. «Uno scenario specialmente disegnato per soli adulti di stile», «senza animali» e soprattutto childfree.

  Perché a Creta vi sono altri «alberghi per soli adulti», avverte la pubblicità, ma qualche marmocchio vi si intrufola sempre. E là, «potranno capitarvi tanti ragazzini che vi sguazzano intorno in piscina, famiglie con bambini che cenano al ristorante, con tutto il rumore di accompagnamento, e gli strilli del bambino nella camera accanto. E’ questa la vacanza ideale per adulti?» Risposta scontata: no. Anche per le altre migliaia di adulti che scelgono l’universo childfree, in tutto il mondo. Pare una moda in gran crescita. Non solo gli alberghi a Creta (Santa Marina, The Island «perfetta zona childfree») o in Irlanda (Villa Monart, del ‘700, «la vostra scappatoia dai vostri figli e da quelli degli altri») o in Italia (Fortezza Cortesi, Siena, nessuno sotto i 12 anni). Ma anche l’«Agenzia di viaggiChildfree», il sito «La vita childfree: un’oasi tranquilla in un mondo gremito di marmocchi», la festa internazionale del primo giugno «Giorno della Non-Procreazione».

  C’è già chi studia il fenomeno dal punto di vista sociale. Per alcuni, è il trionfo dei menefreghisti, di chi vuole
bene solo a se stesso. Ma altri: è la legittima reazione di coppie schiacciate dallo stress e dalla crisi, i bambini non sono certo dei tranquillanti. Parlano anche le recensioni del «Thalassa», pubblicate sul web. Coppia da Langenlonsheim, Germania: «Niente bambini, molto relax». Ma soprattutto il signor Sharajah, alieno da ogni sociologia, volpino sincero dagli Emirati arabi uniti: «Mentre stavo lì sono stato così fortunato da vedere alcune donne romene che correvano tutte nude per la spiaggia, con i corpi migliori che io abbia mai visto nella mia vita».

 Corriere della Sera, 3 Luglio 2013, pag, 34


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