Niente luci, ninna nanna e carillon i segreti contro il pianto dei bebè

Un libro di Christine Rankl, appena uscito in Italia, rivaluta rimedi antichi come le fasce e il contatto fisico
E negli Stati Uniti spopolano i consulenti online per aiutare le famiglie ad affrontare l’insonnia causata dalle lacrime

di Vera Schiavazzi

 La prima regola? Fare di meno. I nuovi consigli per mamme (e papà) stressati e abbattuti dal pianto del loro neonato si avvicinano a quelli delle nonne. E – dai siti americani di consulenza online e via skype ai nuovi manuali appena usciti in Italia – guidano passo passo, se necessario anche in diretta, i genitori inesperti. Si comincia con gli stimoli esterni. Da eliminare. Niente giochi, sonaglini, lampade rotanti o peluche almeno fino ai tre mesi, e, se possibile, pareti dipinte con colori tenui e neutri. Da evitare i rumori esterni e la luce, del sole o artificiale, direttamente indirizzata sulla culla. Al secondo posto c’è la posizione nella quale cullare il neonato: no alla testolina sulla spalla e alla passeggiata con piccoli sobbalzi, sì alla classica posizione col piccolo adagiato tra le braccia e appoggiato al petto. Un piccolo panno di cotone (il classico fazzoletto, o tovagliolo) può venir usato vantaggiosamente per coprire gli occhi del bambino e aiutarlo a rilassarsi: appoggiato sulla fronte e lasciato ricadere fino al naso, lo aiuterà a sentirsi “avvolto” e a cedere al sonno.
  Meglio studiare in anticipo le regole (come quelle dell’austriaca Christiane Rankl elencate in “Così calmo il mio bambino”, ora nelle librerie italiane per Urra edizioni), perché nessun genitore in ansia che deve fare i conti con un rumore notturno che può arrivare a 80 decibel sarà in grado di ricordarle tutte a memoria. Quando, finalmente, il neonato cede e accenna a placarsi, mai dimenticare che a poche settimane di vita è importante sentirsi “contenuti” come nel grembo materno: via libera a cuscini (ne esistono di appositi per l’allattamento, utilizzabili però 24 ore su 24) e alle coperte arrotolate per diminuire lo spazio nel lettino e consentire al piccolo di appoggiarsi da ogni parte. Anche una copertina può aiutare ad avvolgere e a sistemare il piccolo vicino a sé. Semaforo verde alla posizione su un fianco o sulla pancia, in assoluto le preferite fino a 6 mesi di vita.
  E, da 0 a 9 mesi e oltre, sì al succhiotto se il bambino lo gradisce, il famigerato “ciuccio” che negli anni è stato di volta in volta assolto e condannato come il principale responsabile dei “vizi” e delle deformazioni al palato. Consolare un neonato che piange offrendogli il seno o il biberon anche quando non ha fame, infatti, potrebbe peggiorare la situazione. Semaforo verde, infine, anche alle intuizioni spontanee delle madri che, semplicemente ascoltando, riescono a capire se il figlio ha fame, è stanco o prova un lieve dolore, come quello scatenato dalle “coliche” allo scattare dei tre mesi. A 4 mesi il bambino dovrebbe essere in grado di addormentarsi da solo, o, eventualmente, dopo essere stato cullato per dieci o venti minuti nel passeggino. Attenzione dunque a non protrarre “routine” diventate inutili. Ma a 6 mesi le cose cambiano ancora. Il neonato dedica ormai solo il 60 per cento del suo tempo al sonno, e comincia a desiderare gioco e interazione. È il momento della fascia porta bebé, nei diversi modelli lunghi o corti, un accessorio indispensabile alla mamma che vuole muoversi in casa, copiato senza esitazioni dalla tradizione africana. Ben attaccato al corpo, su un fianco o sulla schiena secondo i gusti e il peso, il bambino imparerà a  conoscere la vita e i ritmi della famiglia. E a distinguere il giorno dalla notte.

la Repubblica, 17 Ottobre 2011, pag, 49

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