Orientamenti bibliografici


Federica Mormando
I bambini ad altissimo potenziale  intellettivo
Edizioni Erickson, pagg. 115, Euro 18,00



  IL LIBRO – Il 3% della popolazione è rappresentato da bambini con potenzialità intellettive fuori della norma, eppure troppo spesso non riconosciute: precocissimi nella lettura (due-tre anni), empatici e ipersensibili, elaborano prima e più velocemente degli altri anche temi complessi come vita e morte, giustizia e ingiustizia.
Al momento dell'ingresso a scuola il loro «talento» diventa un problema: le attitudini esuberanti vengono inscatolate nel rigido sistema-classe che, il più delle volte, interpreta in maniera egualitaria le pari opportunità, anziché adeguare l'offerta didattica a ciascuno.
Così, invasi dalla noia per ritmi di apprendimento omogeneizzati e insufficienti alle loro capacità, cominciano a distrarsi o, peggio, a disturbare.
Molto spesso vengono etichettati come iperattivi o disadattati. Quasi mai riescono a emergere, defraudando il futuro di possibili eccellenze.
Questo libro, oltre che la denuncia di una occasione mancata, è una chiave d'accesso alla superdotazione . Tra le righe, un monito: l'intelligenza non azzera il bisogno di amore incondizionato di cui ogni bambino ha bisogno.
intellettiva per genitori e insegnanti, con la proposta di attività pratiche di approfondimento e di arricchimento, che nutrano il prezioso potenziale di questi bambini, anziché dissiparlo
 
  DAL TESTO – “In una classe di venticinque bambini può trovarsi un bambino ad altissimo potenziale intellettivo. Questo bambino è diverso dagli altri, proprio in quelle particolarità che riguardano l’apprendimento. Comprende più rapidamente, gli vengono in mente più domande cui le spiegazioni dell’insegnante, di solito, non rispondono in modo esauriente e non rispondono affatto, non ha il senso del limite di un argomento, ma desidera andare “oltre” . Le associazioni che gli vengono spontanee spesso non sono neppure comprese dagli altri bambini. Questo comporta la difficoltà di sintonizzarsi con i compagni, la sensazione di diversità, quindi di inadeguatezza ------ non certo di superiorità -----, che può concretizzarsi in sentimento e, in parecchi casi, in complesso di inferiorità. Complesso che è tanto più probabile si sviluppi in bambino quando meno la famiglia  è e si mostra consapevole delle sue doti, appoggiandolo nel suo percorso spontaneo, anche infischiandosene dei tempi scolastici. Complesso che si può anche sviluppare se la famiglia (o, evento più raro, la scuola) opprime il bambino con aspettative troppo alte.
     Per compensare il sentimento o il complesso di inferiorità il bambino può reagire cercando di farsi comprendere e valorizzare almeno l’insegnante, ad esempio facendo molte domande, alzando sempre la mano, insistendo per parlare prima e più degli altri. Anche se le osservazioni sono pertinenti, questo comportamento disturba classe e insegnante, il quale spesso scoraggia il bambino rimproverandolo e togliendo l’attenzione a ciò che dice. Basterebbe, per risolvere il problema, che l’insegnamento dedicasse un po’ di tempo a lui solo, per spiegargli personalmente che ha capito quando lui sappia e come desideri comunicarlo, ma che i tempi degli altri sono diversi e che anche lui li deve rispettare. Tutto questo, offrendogli alternative di lavoro, sia di approfondimento, sia di arricchimento.
  Ma di solito questo non succede, e il rimprovero, spesso seguito dalla presa in giro dei compagni, fa sentire ancor più incompreso ed emarginato il bambino, che può strutturare un sentimento di sé come incompreso, maltrattato, cattivo, un sé strutturalmente isolato, e può sentire la scuola nemica. Tutto questo è pericoloso, perché può costituire la premessa a uno sviluppo della personalità meno equilibrato e gioioso di quanto potrebbe e dovrebbe essere, e talvolta a un’ostilità rivendicando verso la scuola che può in futuro trasferire alle istituzioni”.  

  L’AUTRICE – Psichiatra e psicoterapeuta di formazione adleriana. Nata in una famiglia di pedagogisti, ha coltivato questa dimensione unendola anche al lavoro  psicoterapico. Ha fondato nel 1984 la prima scuola italiana dedicata al talento dei bambini, la Emilio Trabucchi di Milano, negli anni Novanta la sezione italiana di Eurotalent, ONG internazionale rappresentata a Strasburgo, che ha lo scopo di approfondire, divulgare, attuare a far attuare il riconoscimento dei bambini iperdotati e la didattica a loro adatta. Si è occupata a lungo anche di bambini e giovani con gravissimi disturbi della personalità.  Ha scritto Vai qui,  poesie per l’editore Crocetta, vincitore del premio Lerici Pea  e Carpena opera prima. Nell’ottica di una formazione multiforme, è al quinto anno di conservatorio di musica popolare. Giornalista, ha collaborato ai principali giornali italiani e ticinesi e alle principali trasmissioni radiotelevisive.      
                                                                    
INDICE DEL VOLUME –   Prefazione (Jean-Christian Brunault) – CAP.1 Perché questo libro – CAP.2 Altissimo potenziale intellettivo e società – CAP.3 L’intelligenza - CAP.4 Riconoscere i bambini ad altissimo potenziale intellettivo – CAP.5 Il bambino superdotato in famiglia  - CAP.6 Il bambino ad altissimo potenziale intellettuale a scuola - CAP.7 La risposta educativa - CAP.8 Arricchimento – CAP.9 La normalità scolastica riguardo ai superdotati,  in Itala e nel mondo (Clara Stoppino) – CAP.10 Un’esperienza Italiana degli anni Sessanta: il villaggio di don Calogero La Placa - Dizionarietto - Bibliografia





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